Relazione del viaggio a Gaza – maggio 2016
Relazione del viaggio a Gaza, 9-16 maggio 2016
Siamo partite da Roma con un volo Alitalia perché Easyjet ha abolito il volo Roma – Tel Aviv facendoci apprezzare molto il volo di linea normale e non low cost. Posti più larghi e cena compresa di vino ma soprattutto trattamento da esseri umani. Arrivate a notte fonda ognuna delle due con un violoncello sulle spalle abbiamo trovato il nostro santo amico del consolato che ci ha portato in un appartamento di una amica assente al Monte degli Ulivi con vista sulla città vecchia. I violoncelli sono parte di un dono di un liutaio francese per il laboratorio che Ramzi, violinista e direttore delle scuola di musica Al Kamandjati di Ramallah sta per, anzi dovrebbe, aprire a Gaza. Con l’associazione “Cultura è Libertà” abbiamo fatto una campagna di appoggio e raccolto, con concerti e cene, 9000 € per comprare gli attrezzi necessari a riparare gli strumenti musicali necessari a un laboratorio di liuteria. Purtroppo il liutaio esperto palestinese di Ramallah che deve andare a Gaza ad aprire il laboratorio e a fare un corso per formare dei ragazzi al mestiere, non ha ancora ottenuto dagli israeliani il permesso di entrata. Speriamo! Sabato abbiamo fatto un giro per la città vecchia, cenato con amici della cooperazione italiana e la mattina presto siamo partite per Gaza, la nostra destinazione, dove siamo entrate da Erez senza troppi problemi.
La prima impressione che abbiamo avuto di Gaza è quella che finalmente sembra che ci sia attività di ricostruzione anche di abitazioni e non solo moschee e strade, impressione che non avevamo avuto le due volte scorse dopo l’operazione “Margine Protettivo” di luglio-agosto 2014 che tanta distruzione aveva provocato.
Maggio è il mese in cui si celebrano più matrimoni per cui, soprattutto negli alberghi sul lungomare, ogni sera ce ne è almeno uno e quindi la città è sempre in festa con musica e con camion, pullman e macchine pieni di gente allegra e vociante che fa allegria anche se la città è buia perché i turni di luce sono sempre più brevi rispetto a quelli senza luce. A novembre scorso i turni in cui si aveva l’energia elettrica erano di 8 ore alternati a 8 ore senza, adesso invece sono ridotti a 6 ore in cui viene erogata la corrente seguite da 12 ore senza. Lascio immaginare le ripercussioni per esempio sulla conservazione degli alimenti con l’avvicinarsi dell’estate. Nella città di Gaza c’è ancora qualche palazzo di uffici, qualche grande negozio o edificio pubblico o privato che si può permettere un generatore proprio quando manca la corrente, cosa che non è possibile nei campi e nei villaggi dove quindi la sofferenza per la privazione dell’elettricità per periodi così lunghi è terribile. Dopo la chiusura del valico di Rafah con l’Egitto a sud, il carburante viene fornito solo da Israele ad un prezzo di 6-7 volte più alto di quello che veniva fornito dall’Egitto. Il risultato è che sia il governo che i privati ne acquistano una quantità molto minore. Arrivando a Gaza, abbiamo visto enormi manifesti con la fotografia di 3 bambini morti bruciati il giorno prima per una candela che era accesa per mancanza di elettricità!
Abbiamo cominciato subito i nostri giri con visite alle donne che, con i soldi del progetto finanziato dall’8 per 1000 della Chiesa Valdese, hanno messo su una piccola attività imprenditoriale. Le donne sono bravissime, ma la loro situazione è molto spesso agghiacciante. Abbiamo visto per esempio, una donna, Lubna, nel suo nuovo salone di bellezza aperto da una settimana. Ha 29 anni. Si è sposata una prima volta a 14 anni e si è dopo poco divorziata. Dal matrimonio ha avuto una figlia. A 19 anni si è risposata ed attualmente è separata con tre figli (9 – 7 – 5 anni). Il marito ha preso un’altra moglie anche senza divorzio. Lei non vuole divorziare perché perderebbe la custodia dei figli che verrebbero cresciuti dalla nonna paterna come la figlia del primo matrimonio che è per lei persa. In caso di sola separazione invece, i figli vengono affidati alla nonna materna e quindi di fatto rimarrebbero con lei. Da un progetto svedese ha ricevuto un anno fa un dono di 1000 euro ed ora avrebbe bisogno di alcune apparecchiature per incrementare il reddito. L’attuale marito è drogato e spacciatore, i suoi genitori e un fratello sono in carcere per spaccio. Da un anno lei frequenta Aisha, l’associazione con cui lavoriamo con i fondi del progetto finanziato dalla chiesa Valdese, dove ha ricevuto una formazione sia come contabile che un sostegno legale e psicologico. Ci assicura che da quando frequenta l’Associazione è diventata un’altra persona, sicuramente molto più sicura delle sue capacità oltre che dei suoi diritti. Dovrebbe avere dal marito un quarto del valore della casa che ha contribuito a pagare con la sua dote, ma non riesce ad ottenere nulla. Probabilmente si organizzerà per abitare con i figli nel salone di bellezza (un basso al campo profughi al-Shati’, il Beach camp) perché non vuole più abitare nella casa della sua famiglia di origine ed essere un po’ più libera e autonoma. In una settimana ha fatto 2 messe in piega, 2 pelature di sopracciglia e tre depilazioni facciali stile arabo e dovrebbe quindi poter affrontare la nuova vita.
Intisar ha 47 anni, vive a nord est della Striscia di Gaza, a Beit Hanoun, ha 9 figli, 4 ragazze e 5 ragazzi. L’ultima figlia di 5 anni è Down ed è stata fortemente traumatizzata nell’ultima aggressione del 2014. La casa, che doveva comunque essere molto misera, è stata completamente distrutta. Attualmente la famiglia vive in maniera molto precaria in spazi ricavati da lamiere e sacchi di riso vuoti. Non riceve un rimborso dal governo per la casa distrutta perché il terreno è di proprietà demaniale e la casa era costruita abusivamente. In piedi é rimasto solo lo stipite di una porta. Il gabinetto è un gabbiotto che non abbiamo visitato in un angolo del giardino. Il marito è ipovedente e malato mentale. Per contrasto a questa situazione disastrosa, la donna è vivace, intelligente e determinata. Il figlio maggiore studia legge all’università e lei ci ha detto che ci tiene molto allo studio dei figli. Si inventa di tutto: produce detersivi per i pavimenti e i piatti, creme varie, shampoo e balsami e qua e là lavora come parrucchiera a domicilio. Con il micro credito che le viene dato dall’associazione Aisha, vorrebbe comperare un kit per lavorare come parrucchiera estetista vendendo contemporaneamente i suoi detersivi e le sue creme. Ci dice che per lei l’incontro con Aisha e’ stato risolutivo: ha acquistato maggiore fiducia in se stessa e determinazione nel suo ruolo di capofamiglia.
Riporto questi 2 casi fra i tanti simili o analoghi, sperando che si capisca quanto sia difficile soprattutto per una donna responsabile vivere a Gaza, ma anche come sia possibile per noi italiani dare una mano che serva veramente ad aiutare non solo a sopravvivere ma a vivere una vita decente, cosa possibile grazie a organizzazioni locali e di donne veramente intelligenti e capaci.
I giorni seguenti siamo poi andate a visitare i bambini adottati da Gazzella. In questo viaggio ci siamo dedicate ai bambini di cui si occupa l’associazione Hanan che non avevamo potuto visitare le ultime due volte che siamo state a Gaza.
Due dei bambini adottati che volevamo visitare sono risultati deceduti e Hanan non lo sapeva ancora. I bambini adottati che si scopre che sono morti, sono sempre morti da “due settimane”. È chiaro che la famiglia non lo dice all’Associazione per paura di perdere il sussidio. La visita alle famiglie di questi bambini è stata molto penosa. Fra il dispiacere per la morte del bambino e la perdita dei soldi dell’adozione, le famiglie erano disperate. Il padre di uno dei due bambini morti ha cercato di convincerci di adottare un altro dei fratelli facendoci vedere un altro figlio per fortuna sanissimo, dicendoci che era ferito e handicappato e non so cosa altro. Le famiglie sono quasi tutte molto povere, ma purtroppo Gazzella non può risolvere ma neanche affrontare il problema della povertà, risultato soprattutto dalla mancanza di lavoro degli abitanti di Gaza; magari potesse! Penso che la cosa più ragionevole sia quella di decidere caso per caso, ma in linea generale dobbiamo per forza attenerci alla “mission” di Gazzella.
La maggior parte delle famiglie visitate sono povere ma molto amorevoli con i figli soprattutto se particolarmente bisognosi perché feriti o handicappati e le case sono molto piccole e mancanti delle minime comodità ma pulite e curate. Sulla maggior parte dei gruppi familiari veglia una mamma o una nonna o ambedue intelligente e attenta. C’è però una percentuale delle case visitate dove è evidente un degrado terribile, le case sono sporche e trasandate, i bambini visibilmente trascurati e non ci viene offerto niente. Mentre altre anche misere sono ospitali e ci viene offerto comunque qualcosa. Questa volta per esempio in una casa poverissima ci hanno offerto delle more del gelso che cresce nella polvere davanti alla loro casa. Il padre per dimostrarci la sua riconoscenza ce le continuava a cacciare in bocca. Sono purtroppo aumentate le famiglie in cui il padre è dipendente dall’uso di droghe. In genere la droga è il Tramadol, oppiaceo che dà rapidamente dipendenza e di cui Israele ha invaso Gaza. Più delle altre volte alcune delle madri di bambini adottati ci ha chiesto di incontrarle non a casa per non far sapere al marito che riceve dei soldi per uno dei bambini.
Le storie sono sempre simili. Il padre per la droga si è venduto l’oro che ha avuto la moglie per il matrimonio e cerca di vendere tutto quello che qualcuno può comprare e poi si mette a spacciare. In genere e quando può, la moglie prende i bambini e torna nella casa paterna, ma a volte questo non è possibile.
La disoccupazione continua ad essere altissima e il ritmo della ripresa delle costruzioni non è tale da farla diminuire.
In generale per il momento gli abitanti di Gaza intervistati non si aspettano a breve termine un’altra aggressione israeliana. Ci auguriamo che abbiano ragione; forse aspettano a bombardare che Gaza sia più ricostruita!
Una impressione sicuramente positiva è stata quella che Hamas ha capito che deve allentare un po’ il controllo sui giovani che sembrano ora più liberi di riunirsi in locali o sulle spiagge.
Mentre eravamo a Gaza si è svolto per il secondo anno un festival di cinema contemporaneo a quello di Cannes. Al festival: “Red Carpet” non è stata data però l’autorizzazione a svolgersi all’aperto al porto, e si è svolto invece in un grande teatro. Nello spiazzo davanti al teatro è stata portata una barca perché: ”Se il festival non va al porto il porto va al festival”. Il corridoio che conduce alla grande sala dove venivano proiettati i film era tappezzato dalla scritta in tutte le lingue e dimensioni: “Abbiamo bisogno di respirare, We need to breathe”, e il primo film proiettato è stato : “The Idol” di Hani Abu-Assaf che racconta la vera storia della vittoria al concorso di due anni fa di “The Arab Idol”, del cantante Mohammed Assaf, ragazzo di Gaza riuscito a uscire illegalmente per andare alle selezioni in Libano e in Egitto e ha vinto la finale diventando un idolo per i palestinesi e in particolare per gli abitanti di Gaza. Il film è molto critico sulla mancanza di libertà a Gaza, e mi ha sorpreso che sia stato mostrato all’inaugurazione di Red Carpet. L’ingresso alla proiezione dei film era libera, per cui c’era di tutto: famiglie numerose, ragazzi interessati al cinema, gente di tutte le età e di tutti i tipi che finalmente aveva qualcosa da fare per passare il tempo in compagnia e in allegria.
Abbiamo avuto varie riunioni all’YMCA per organizzare il gruppo di 10 ragazzini che verrà in Italia per vedere Roma e fare una settimana di scuola di vela a Pescia Romana al circolo nautico “Mal di Mare”. Il presidente dell’YMCA ha anche invitato, ormai per la prossima estate, un gruppo di ragazzini italiani a un campeggio al mare a Gaza. L’anno prossimo che speriamo di aver avviato la scuola di vela a Gaza!
Per concludere qualche segnale positivo a Gaza c’è, sicuramente da parte del governo di Hamas. È, secondo me, molto importante continuare ad andare il più spesso possibile, per aiutarli e per vincere l’isolamento in cui sono costretti.
Le foto che ho scattato ai bambini visitati li mando alla segreteria di Gazzella che provvederà a mandarle agli adottanti.
Ho fatto a parte il resoconto delle visite alle famiglie dei due bambini morti.
I bambini che abbiamo visitato:
B11-036, Lubna
Sta benino, guarda la TV e sente la radio quando c’è corrente. Il venerdì esce in sedia a rotelle con la mamma e la sorellina. È’ molto carina. È andata a scuola solo fino alla III perché le scuole per disabili sono care. Il padre non può lavorare perché ha problemi mentali.
B11-053, Nur
Purtroppo non può migliorare perché è molto ritardata e handicappata. Sembra un maschio. Sta sempre appresso alla mamma ed è molto curiosa ma anche iper cinetica e quindi faticosa per la famiglia. Ha crisi epilettiche che non si riesce a tenere sotto controllo. Ha frequentato tante associazioni che l’hanno mandata via perché troppo impegnativa. Le sorelle sono tutte sposate.
B11-056, Muhammad
Ha cambiato casa per cui lo abbiamo cercato a lungo. Mentre eravamo là gli uomini di casa sono tornati dalla pesca con pescetti che diventano sempre più piccoli. Il padre è ancora disoccupato. Lui sembra abbastanza sveglio ma è ritardato soprattutto nei movimenti. È dolcissimo e va a una scuola speciale dove gioca e disegna. Qualche mese fa gli si era chiusa la valvola che ha per far defluire il liquido dalla testa e stava morendo. Gliela hanno cambiata all’ospedale Maqassed a Gerusalemme. Soffre di mal di testa. Gli piacerebbe far l’attore. Il padre lavorava nel l’edilizia, ma adesso è disoccupato.
B11-042, Muhammad
Giace su un materasso per tera con movimenti spastici e i medici non gli hanno dato alcuna speranza. La madre era incinta durante l’aggressione del 2008-9. Situazione molto brutta. Il fratello più grande di 19 anni ha problemi mentali e va continuamente via di casa. Non hanno né gas né elettricità e cucinano con sterpi e compresse di fango, il padre lavorava in Israele e non lavora dalla II Intifada, cioè dal 2000.
B11-032, Thaer
La casa è terribilmente povera e il bambino molto ritardato e pur avendo 8 anni va in una scuola normale ma in asilo, per ragioni economiche. Il padre lo tratta con grande dolcezza. La loro casa è stata distrutta nel 2014 e questa è in affitto. Quando per il bombardamento scapparono da casa, si dimenticarono il bambino più piccolo che aveva pochi mesi e, arrivati all’ospedale e realizzando il fatto il padre è tornato indietro e lo ha trovato vivo sotto le macerie. Un fratello di Thaer ha problemi cardiaci.
B11-047, Islam
Il padre ha varie mogli e non sa che la mamma piglia i soldi da Gazzella. Ha 11 anni ma ne dimostra 5-6. Ha le dita delle mani tute fuse a causa di una malattia genetica che le procura continue emorragie dappertutto. Ha problemi di tutti i generi. La famiglia è poverissima e lei sta in una stanza con la nonna che è la padrona della casa e dove dormono anche tanti altri fratelli e sorelle. La sorella grande di 25 anni è ritardata, mentre tutti gli altri sono normali.
B11-051, Inas
Ha l’espressione molto seria. Passa le giornate a casa giocando. La famiglia ha provato a metterla in un programma speciale ma l’esperimento non è andato bene per i troppi bambini con disabilità diverse e poco personale. Il padre è morto in un incidente di moto 5 anni fa quando la piccola aveva 4 mesi. La mamma è un amore e dice che la sera le parla del padre facendole vedere le sue foto.
B11-054, Abdulmajid
È molto carino. Quando mangia trema molto forte. Ultimamente è anche caduto e si è fatto male in varie parti del corpo. È molto ritardato. Ha un fratello più grande in condizioni ancora peggiori che sta in sedia a rotelle. Lui è stato sia in Egitto che a Gerusalemme per valutare se si può fare qualcosa ma i medici non hanno dato nessuna speranza. Ha anche problemi di parola. Gli piace uscire e andare in giro. Ha altri fratelli molto carini. La famiglia è molto povera ma i genitori trattano molto bene i figli. Il padre lavorava nel l’edilizia, ma ora è disoccupato.
B12-065, Fadel
È un ragazzone ritardato che si dimentica tutto dopo un attimo. Non parla. Va in una scuola speciale e pare stia facendo progressi. Vede molto la TV. Ha una gemella normale. La madre dice che è molto peggiorato da quando nel 2009 ha visto i soldati israeliani alla porta. Frequenta, portato dal padre, una associazione perché così socializza un po’. Il padre lavorava in Israele e ora è disoccupato.
B11-055, Rajab
È un ragazzone con riccioli rossi buttato per terra. Si muove male e non cammina ed è ritardato e autistico. Non parla, trema continuamente e non muove un braccio. Frequenta il centro “Friends of children”. Cerca di imitare quello che fanno il padre e i fratelli. Non si voleva far fotografare. Mentre eravamo da lui, è tornata a casa una sorella muta.
B10-004, Anis
Degrado totale e miseria nera. Il ragazzo sta in sedia a rotelle o in braccio a un genitore ed è anche handicappato mentale. In giro ci sono tanti ragazzini piccoli. I genitori sono belli. La sedia a rotelle l’hanno avuta da una associazione. Vivono solo di aiuti.
B11-049, Muhammad
Ha problemi a camminare. Le gambe sono tutte storte per una caduta dalle scale quando era piccolo. Fa la V. Vuole continuare a studiare e andare all’università a studiare religione o arabo. Ha avuto una operazione a una gamba. Non vede dall’occhio sinistro. Sta cercando di controllare il braccio sinistro ma non riesce poi a usarlo, cioè non migliora più. Vorrebbero riuscire a fargli fare una valutazione ben fatta
B11-024, Abdrabbo
Casa miserabile e puzzolente. La nonna cieca, prepotente e mezza paralitica in mezzo al letto. È un epilettico grave che sviene e urla. Si piglia facilmente infezioni in parti diverse. Prende vitamine C e K. Nonna, padre e madre obesi. Andava in una scuola UNWRA ma l’hanno mandato via perché sveniva e aveva attacchi in cui mordeva tutti e non hanno abbastanza personale. Ha fatto solo la I è la II. Tira sassi a tutti e incendia quando può quello che può. Ha avuto una forte emorragia ed è stato all’ospedale sei mesi ma non hanno capito. Poi in Israele hanno capito che ha un problema di coagulazione dovuto a carenza di utilizzazione di vitamina K. Vivono di aiuti del governo oltre che di Gazzella.
B11-022, Malak
La bambina sembra un po’ tonta ma normale. Dal 2008 sviene spesso. Durante i bombardamenti è stata distrutta la casa accanto e i vetri sono caduti nella sua e sono scappati e scappando è caduta, si è fatta male ed è rimasta svenuta per un’ora. Non sente dall’orecchio destro e non chiude gli occhi quando dorme. Fa la II ma non va bene e si dimentica tutto. La scuola è lontana e la strada assolata e arriva a scuola e sviene e la devono andare a riprendere per cui non sempre va, ma a lei dispiace molto non andare perché le piace socializzare. Padre disoccupato. Vivono con gli aiuti del governo (175€ ogni 3 mesi) che però a volte non arrivano per cui l’assegno di Gazzella è fondamentale.
B12-067, Saif
Sordomuto sia lui che una sorella. Fa l’ultimo anno di secondaria, la XII, in una scuola speciale. Andrà all’università e probabilmente studierà qualcosa di scientifico ma non si sa perché pare che non ci sia niente per sordomuti a Gaza. Ieri ha partecipato a una grande riunione di sordomuti a Gaza città ed era molto contento. Gioca in una squadra di calcio, in difesa. Il padre faceva sedie ma ora è disoccupato.
B11-039, Mu’taz
La casa è brutta e disadorna ma nuova. È sordo dalla nascita e va a una scuola speciale. Ha un fratello sordo anche lui.
B11-040, Ahmad
È sordo sia lui che un fratellino. Fa la V in una scuola speciale. Il padre disoccupato dice di non avere tempo per andare in giro a consultare medici. Insisto perché il piccolino sarebbe ancora in tempo per fargli l’impianto cocleare sempre che abbia la sordità adatta per l’impianto ma il padre proprio non ci sente.
B10-014, Imad
Ha la valvola perché era idrocefalo ma ogni tanto sviene. Se ne sono accorti quando aveva 9 mesi perché vomitava molto. Va in una scuola normale e in più in un programma speciale. Fa la II e ha spesso mal di testa. Il padre lavorava in una lavanderia ma ora è disoccupato. Nel 2008 gli israeliani li hanno chiusi in una stanza per 8 giorni, dopodiché all’ospedale i medici hanno visto che la valvola era danneggiata.
B10-010, Abdurrahman
Sta molto male e secondo i medici non ha la possibilità di migliorare. Ha infezioni almeno una volta al mese. Una sorella di 15 anni è morta per infezione cardiaca. Una sorella sta peggio di lui e forse muore presto invece 5 altre sorelle di cui una sposata stanno bene.
B11-021, Abdussalam
Il padre è un ciccione che ci ha detto molto fiero che con i soldi dell’adozione ha fatto operare la moglie agli occhi. Il bambino ha seri problemi ai reni e in Israele gliene hanno già levato uno. Fa la dialisi una volta al mese. Fa la I.
B11-018, Jana
La bambina è un amore e il padre è anche molto carino. Come le altre volte, abitando all’XI piano senza ascensore, ci porta giù la bambina che ha 9 anni e fa la II. È sorda ma è stata operata allo Shifa hospital a un orecchio e da quello ora sente abbastanza. Dovrebbe operarsi all’altro. Ora parla benino. È molto brava a scuola. La I operazione se la è fatta a 1 anno. L’apparecchio ha sempre dei problemi e la manutenzione non è semplice. Il padre è di quelli che lavoravano per il governo di Abu Mazen e quindi adesso non lavorano ma prendono lo stipendio.
B11-031, Nurulhuda
La famiglia è molto povera e le da affetto ma non può darle altro. Frequenta un programma per socializzare un po’. Cercano di farle fare qualcosa a casa altrimenti sta sempre a guardare la TV. Un anno fa è morto il padre. Ha tre fratelli carini ma l’impressione è che fanno molta fatica a sopravvivere.
B10-001, Fadi
Avrebbe bisogno di una operazione alla gamba che va peggiorando, trema molto tutto il tempo. Cammina poco e appena lo fa un po’ di più, cade. Ha finito la scuola secondaria. Sta seduto per la strada davanti a casa. Per fortuna ha come hobby di aggiustare cose elettriche. Legge anche ma molto poco.
C11-A3-014, Islam
Era stata ferita ad una gamba andando a scuola nel 2003. La ferita d’inverno le fa male e si stanca a camminare. Studiava per diventare segretaria di medici ma non ha finito. Il padre è morto nel 2007. La madre ha problemi al cuore. È carina. Ormai è grande e bisogna chiedere all’adottante se possiamo passare l’adozione a un bambino piccolo.
B11-029, Alaa
Vede pochissimo e altri fratelli hanno lo stesso problema. Un altro fratello (o sorella ) ha un altro problema genetico con malformazione. Il padre anche non vede quasi. Vanno a una scuola normale. La bimbe adottata invece non va all’asilo perché non l’ha presa la scuola UNWRA che è l’unica gratuita. Il padre disoccupato.
B10-0111, Ibrahim
Nono cammina e lo portano in giro in sedia a rotelle. Va in una scuola speciale del governo. Fa la III e a scuola gli insegnano a leggere e scrivere. Il padre è disoccupato.
C11-A1-011, Wala’
Ferita nel 2014 alla pancia ma adesso sta bene. È stata inclusa nelle nostre liste dei bambini seguiti da Medical Relief prima di passare alle liste di Hanan. Io e Gianna abbiamo avuto l’impressione che sia sposata, ma non ce l’ha detto. Bisogna passare l’adozione a un bambino bisognoso della lista in attesa.
C11A3-023, Nasser
È ormai grande e grosso! 2 fratelli martiri e 2 all’università a Birzeit. È stato ferito a una gamba al ginocchio, ma sta bene. Forse ha problemi mentali. Un parente ci ha detto che è schizofrenico. Bisogna passare l’adozione a un bambino bisognoso della lista in attesa.
B11-AR-004, Hanin
Ferita al collo con problemi a respirare per cui deve dormire con il ventilatore. La notte russa. (E quando non c’è corrente elettrica non riesce a dormire). Lei è ormai grande e anche se sono poveri bisogna passare l’adozione a un bambino bisognoso della lista in attesa.
B10-003, Shumu’
Non cammina, non è mai andata a scuola, ha problemi renali, spina bifida. Aiuta un po’ i fratellini. Situazione disastrosa.
B10-016, Ibrahim
È spastico e sta su una sedia a rotelle. Secondo i genitori, è così a causa di un trattamento medico. In realtà era andato in ospedale con una febbre altissima e non sono riusciti a bloccare rapidamente ed è stato danneggiato. Almeno così mi sembra. A volte va a scuola dove fa compagnia al fratello maggiore. Guarda molto la TV oppure sta seduto sulla sua sedia a rotelle fuori della porta di casa a guardare la gente che passa.
B11-019, Weam
È stata ferita nel 2014 perdendo la gamba sinistra sotto il ginocchio. È stata per 2 mesi a Nablus in Cisgiordania dove l’hanno operata. Poi l’hanno ricoverata in Arabia Saudita dove le hanno fatto la protesi e in Slovenia dove gliel’hanno rifatta perché era diventata piccola. Il padre è molto carino e lei un amore. La vediamo a scuola così non perde le lezioni. Piega pochissimo la gamba buona (la destra). Va a scuola in taxi. Il padre fa il contadino su terra di altri però ora fa il supervisore perché è stato ferito anche lui nel 2014.
B13-096, Mohammad
La mamma sta insedia a rotelle perché è stata ferita alla spina dorsale nel 2012. Il figlio è stato ferito dallo stesso drone ad ambedue i reni. I reni ora vanno bene ma gli è rimasto il terrore. Fa la IV e la notte si sveglia spesso urlando. Ama il calcio. Il padre lavorava in agricoltura ma non sulla sua terra.
B11-A8-025, Shayma
Adesso sta bene. Era stata ferita alla pancia nel 2005. Ha sempre mal di stomaco e pancia e deve stendersi spesso. Fa la IX e la porta a scuola uno zio in moto.
B11-A8-018, Marwa
Ferita al braccio destro nel 2009. Ora sta bene ma è terrorizzata e si stanca molto a scrivere. Fa la XII e poi andrà all’università a studiare religione. Il padre è disoccupato, lavorava con gli israeliani. È carina, guarita e non sembrano troppo poveri.
C11-A2-051, Muhammad
Ferito alla testa e alle mani nel 2009. Causati problemi agli occhi e al braccio sinistro. Non può portare pesi. La casa era stata distrutta ma è stata ricostruita. È stato curato a Gerusalemme al St. George Hospital. Fa la XII e poi spera di andare all’università. Il padre faceva l’autista ma ora non lavora e ha mal di fegato. Un fratello di 24 anni è sposato e vive con loro. Laureato in management e la moglie studia medicina.
B13-085, Anas
Nel 2013 stava con il padre quando un drone ha ucciso il padre e ferito lui che è stato in coma per 4 giorni con ferite alla testa e alla pancia. Sta bene. Fa la I. Gli hanno levato un pezzo di intestino e di fegato.
B11- A8-011, Najwa
Il padre è stato ucciso quando la mamma la aspettava. La mamma si è risposata e l’ha lasciata alla nonna. È stata colpita da un cugino che sparava per far festa a un matrimonio ed è completamente paralizzata alle bracci e alle gambe. Ha solo la nonna che ora non c’è la fa più e piange tutto il tempo. Poverissimi. Ha cambiato casa e questa è un po meglio. Non abbiamo capito chi le ha aiutate a cambiare.
B13-098, Yusra
Famiglia di beduini. La ragazzina è carina. La casa è stata distrutta 3 volte e 3 volte ricostruita con intermezzi in una casa affittata. È stata ferita alla testa e ha perso un occhio. Di notte si sveglia urlando. Anche il nonno è stato ferito. Padre e madre fanno i contadini, mi sembra sulla loro terra.
B11-059, Dunia
È sorda e frequenta una associazione specializzata. Sa leggere e scrivere pochissimo. Non la vogliono far operare all’orecchio. Anche una sorella ha un problema dalla nascita all’anca e cammina male.
B11-0801, Inas
È una famiglia di beduini. Il padre martire. La ragazzina è molto handicappata e ha una nonna fantastica che l’accudisce. A casa c’è un fratello che studia giornalismo e che l’aiuta un po’. Ha cambiato da poco medicine ed è molto più vivace di prima ma anche molto nervosa e agitata. Anche gli altri figli e figlie studiano all’università e non sono ancora sposati.
B11-026, Rania
E in sedia a rotelle. Muove un braccio. È stata in un centro UNWRA ma dopo che un ragazzino le ha fatto male alla testa la hanno levata. Sta con genitori, zii e altri familiari, guarda la TV. Le piacciono molto i programmi di cucina. In passato veniva una infermiera a farle un po’ di riabilitazione ma da anni non viene più e sta peggiorando. Lei è la II di 8 figli.
B10-006, Maria
Giace per terra su un materasso e crescendo peggiora la situazione. Erano 8 figli ma un maschio e una femmina sono morti. La sorella morta molti anni fa stava come lei. Situazione senza speranza.
B11-038, Anas
È handicappato molto grave tenuto molto bene. Non va a scuola né segue nessun programma perché non se lo possono permettere. Lo devono controllare 24 ore su 24. Il padre era edile ma è disoccupato. Il ragazzo guarda la TV, gioca con il telefonino che ha imparato ad usare da solo ed è bravo. Gioca con la sorella. Il primo figlio è sposato e vive con loro. Le mani le può usare e quindi la sedia a rotelle la spinge da solo.
B11-044, Wadi
Gli manca un braccio dalla nascita ma gioca a calcio. La casa è bella e lui è ben accudito. Nella stessa casa c’è una zia, sorella del padre, che striscia per terra. Fa la VII ed è bravo. Il padre vende polli in un negozio non suo.
B11-027, Ahmad
È il ragazzo autistico visitato varie volte sempre chiuso nel suo mondo. Lo abbiamo trovato peggiorato. Distrugge le pareti con le unghie e spesso tiene chiusi gli occhi e con le mani si chiude le orecchie. È stato dall’oculista perché aveva problemi agli occhi ma ha rotto gli occhiali. Non è aggressivo verso gli altri. Una sola volta ha tirato un sasso contro una persona. Gli avevano dato farmaci per calmarlo ma lo calmavano troppo e il padre glieli ha levati. Va via di casa continuamente e lo devono andare a cercare. Obbedisce solo al padre che è amorosissimo e bravissimo nonché disoccupato.
B11-060, Zahi
Quando aveva 2 anni il padre gli ha chiuso il collo nel finestrino della macchina ed è quasi morto. Ora non parla, non cammina e non capisce. Dal punto di vista motorio sta un po’ migliorando. Prima andava periodicamente in Egitto per un trattamento con l’ossigeno ma adesso che non si passa più il padre è convinto che è per questo che non migliora. I medici di Gaza dicono che il trattamento con l’Ossigeno non serve a niente. Fa fisioterapia in maniera regolare e infatti dal punto di vista motorio migliora.
B11-028, Yahya
È il mostriciattolo nano, spina bifida che aveva tanti problemi respiratori. Sta meglio dall’ultima volta che l’abbiamo visto, pare perché è estate. Non legge e scrive ma non è infelice. Vivono in campagna con cammelli e asini, mamma con piccolo, api, orto. Sono beduini molto ospitali e simpatici. Siamo circondate da figli e nipotini uno più bello dell’altro. C’è una bella atmosfera.
B11-034, Yunes
Carino, in sedia a rotelle. Va a una scuola UNWRA in VIII classe ed è bravo. A volte diventa molto nervoso perché il padre pretende molto da lui. Spina bifida. È incontinente. Va in giro per il campo da solo o con amici. Il padre, rifugiato del 1948, faceva il meccanico ma ora è disoccupato.
B13-089, Fuad
Ferito alla testa nel 2012, non chiude gli occhi e gli si è storta la bocca, ma riesce abbastanza a controllarla. Fa la III. È stato in Egitto. La fisioterapia lo aiuta molto. È molto carino. Il padre sembra molto giovane e lavora come elettrauto.
B10-005, Basma
A 9 anni è caduta dal balcone. Di giorno va in giro con la nonna a trovare parenti e amici. Di salute sta bene. Quando c’è il padre si comporta bene mentre con la madre è pestifera. Il padre vende verdura ma non è un lavoro permanente.
B11-035, Yusef
È molto spastico e sembra molto più piccolo della sua età. Va a una scuola speciale dove legge, scrive e gioca. È una scuola che era stata fondata da Arafat. Un fratello è morto cadendo da una scala.
B12-063, Basel
È down grave. Va a una scuola speciale “Right of living”. La casa è spoglia ma non sembra poverissima, l’ambiente invece sembra molto degradato. Durante il giorno legge (!) o guarda la TV. La madre lo porta al mercato e a fare visite. A me sembra molto mal messo. Riconosce le macchine dal rumore del motore (polizia, ambulanza, fuori strada ecc). In casa ci sono due mogli di due figli con bambino di un paio di anni. Le ragazze hanno circa 17 anni. Il padre lavorava nel ‘edilizia e ora è disoccupato.
Estoy sorprendido de encontrar blogs donde ver informacion tan practica como esta. Gracias por poner este post.
Saludos