Dalla volontaria di Gazzella a Gaza – 9 settembre 2019

Pubblicato il 10 settembre 2019 da Gazzella
 

Dal 2007 circa due milioni di palestinesi, di cui il 56% bambini, vivono nella striscia di Gaza sotto assedio israeliano. Negli ultimi 12 anni la popolazione ha vissuto quattro aggressioni armate che hanno causato migliaia di morti, feriti e distruzione di infrastrutture. Dal marzo 2018 sono iniziate le manifestazioni pacifiche della Grande Marcia del Ritorno, per chiedere la fine dell’assedio, dell’occupazione e per il diritto al ritorno. In un anno e mezzo di manifestazioni si contano circa 17.000 feriti, molti dei quali con invalidità permanenti e circa 300 morti. Questa situazione di emergenza ha aggravato la situazione sanitaria delle strutture pubbliche, ospedali e distretti sanitari sul territorio, dove scarseggiano farmaci e attrezzature mediche.

L’Agenzia ONU per i rifugiati, Unrwa, ha previsto che nel 2020 la striscia di Gaza diventerà luogo invivibile, ma a Gaza la situazione, già oggi, è invivibile. Quotidianamente la popolazione fa i conti con i tagli dell’elettricità erogata per sole 8 ore al giorno, inquinamento ambientale, impossibilità di libero commercio e movimento delle persone e soprattutto inadeguate e carenti strutture sanitarie con significativo calo dei servizi sanitari. Manca la scorta per il 30% dei medicinali.

Sul territorio della striscia di Gaza ci sono 13 ospedali pubblici e 52 presidii medici, “Primary Health Care Center” (P.H.C.C.): 7 nel nord della striscia, 16 nella città di Gaza, 14 nella zona centrale, 11 nel distretto di Khan Younis, 4 nel distretto di Rafah.

Nel corso della missione nella striscia di Gaza è stata presa in considerazione la situazione del P.H.C.C. del campo profughi di Shati. La struttura serve un’area abitata da 200.000 persone e offre servizi di livello 3 che comprende servizi per le donne, per I bambini, vaccinazioni, planning per lo sviluppo delle famiglie, dentista, laboratorio analisi, e corsi di educazione sanitaria. Mensilmente circa 2.000 persone si rivolgono alla struttura per le diverse prestazioni, e circa 600 persone hanno bisogno di cure dentali di cui il 70% sono bambini.

La situazione della struttura non corrisponde ai requisiti necessari per un’adeguata assistenza sanitaria. In particolare l’unità dentistica: attrezzature obsolete, strumenti di scarsa qualità e corrosi, mancanza di materiali e medicine per la cura.

Grazie al contributo delle Associazioni Gazzella e Fonti di Pace sono stati acquistati materiali e medicine quali: anestesia, soluzione in polvere  per otturazioni, disinfettanti e medicamenti  per le terapie canalari. I materiali acquistati sono sufficienti per circa 3 mesi. I servizi/prestazioni offerti nella struttura dentistica pubblica prevedono il pagamento di un ticket: 10 nis (circa 2,5 euro) per una semplice otturazione; estrazione 7 Nis (circa 1,75 euro), devitalizzazione 10 Nis per I bambini, 20 Nis (crica 5 euro) per gli adulti. L’alternativa alla struttura pubblica, servizio dentistico, sono gli studi privati e le strutture delle Ong locali, ma con costi diversi: 45 nis (circa 11,25) per una semplice otturazione, 150 Nis (circa 37,50 euro) per la devitalizzazione e da 40 a 100 Nis (da circa 10 euro a circa 25 euro) per l’estrazione. I costi sopra riportati delle strutture private o afferente alle Ong locali sono indicativi. Al progetto a favore della P.H.C.C. Del campo profughi al-Shati cercheremo di dare continuità con la finalità di rinnovare l’attrezzatura obsoleta, per rendere il presidio affidabile e garantire la sicurezza dei pazienti e degli operatoricon l’impiego di tecniche di disinfezione degli ambienti e di sterilizzazione degli strumenti per evitare il contagio da virus.

Gaza 9 settembre 2019

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