relazione del viaggio di Gazzella a Gaza – ottobre 2019

Pubblicato il 2 novembre 2019 da Gazzella
 

Finalmente torniamo in Palestina e in particolare a Gaza per visitare in famiglia i bambini e ragazzini adottati a distanza da Gazzella per verificare se hanno fatto progressi verso la guarigione delle ferite nel corpo e nello spirito. Ci interessa anche vedere come sta tutta la famiglia, se il numero dei componenti è rimasto quello della precedente visita, se qualcuno che era disoccupato ora lavora, chi si è sposato/a ecc. Abbiamo dovuto rinunciare al viaggio che facevamo sempre anche in primavera perché gli israeliani stavano buttando qualche bomba su Gaza e il consolato italiano ci “consigliava” di non andare e dopo parecchia resistenza abbiamo dovuto cedere e non siamo partite. Questa volta invece malgrado i “consigli” del consolato, ed avendo comunque il permesso della security israeliana, siamo andate. Mi domando come mai mentre tutti i consolati del mondo aiutano i loro cittadini a svolgere puntualmente le loro attività ovunque anche in aree disagiate, il nostro debba remare sempre contro boicottando le attività anche quando sembra apprezzare lo scopo e il contenuto del progetto. Mah!

In attesa di entrare a Gaza ci siamo fermate 2 giorni a Gerusalemme dove abbiamo visitato la chiesa etiope coloratissima per i vestiti delle donne durante una funzione molto solenne, siamo andate anche al quartiere Mea Sharim degli ebrei ortodossi dove un ragazzino mi ha tirato dalla finestra una bottiglia di acqua minerale che per fortuna ha preso il mio braccio di striscio, siamo andate a bere una birra all’Oktoberfest del villaggio palestinese di Taibee all’omonima fabbrica di birra. Siamo anche andate a Betlemme a vedere il Walledoff hotel (foto 1), hotel con vista sul muro, il museo e il muro affrescato all’inizio da Bansky e poi da tanti altri. Questo artista di strada inglese ha costruito un albergo subito fuori dal muro di separazione costruito dagli israeliani fra Israele e Cisgiordania  (che è lungo 800 Km!!) e all’interno ha allestito un interessante e ben documentato museo con la storia della Palestina. Nella hall sono esposte molte sue opere fra cui alcune secondo me geniali: una gabbia con dentro una colomba con un ramoscello di ulivo nel becco e fuori un gattone che con la zampa fra le sbarre cerca di acchiappparla (Foto 2); due pesci rossi in due vasi uno contro l’altro che si guardano vogliosi senza potersi raggiungere (Foto 3), e altre (Foto 4)

Fra le scritte sul muro quella che mi ha più colpito per originalità e acutezza e’: “Make hummus not walls”.(fig 4)

La domenica siamo entrate a Gaza da Erez. Il controllo israeliano è stata rapido così come il passaggio controllato dall’Autorità palestinese. Il passaggio controllato da Hamas invece lo abbiamo superato solo quando una ragazza che lavora con Aisha, l’associazione di donne con cui lavoriamo, è arrivata con il documento originale. La copia che avevamo, ricevuta per mail, non viene considerata accettabile.

Oltre a visitare nelle loro case i bambini adottati a distanza da “Gazzella” abbiamo anche dovuto fare sia il resoconto dell’attività dell’anno appena concluso dei due progetti finanziati dall’8 per 1000 della chiesa valdese sia discutere i due progetti per il nuovo anno la cui scadenza è a fine novembre. Ricordiamo che i due progetti sono: Uno in collaborazione con l’associazione Aisha in cui lavorando con i ragazzi e con le loro famiglie ci si propone di rimandare a scuola i ragazzini che l’hanno lasciata e che spesso delinquono e passano il tempo ad entrare e uscire dalla prigione. Quando non si riesce a farli tornare a scuola si cerca invece di insegnar loro un mestiere. L’altro progetto con l’associazione Hanan, ha come obiettivo quello di insegnare alle mamme di bambini disabili, a trattarli insegnando loro sia tecniche di base di fisioterapia che di pronto soccorso e dando loro sicurezza e appoggio.

I bambini di Gazzella visitati stanno mediamente molto meglio, sicuramente fisicamente ma molti anche psicologicamente. Ne rimane una piccola percentuale che è stata talmente traumatizzata dai bombardamenti israeliani e dalle sue conseguenze oppure che è veramente poverissima e anche depressa e non si capisce cosa e come si possa fare per aiutarla. Queste famiglie avrebbero bisogno di aiuti e interventi molto più radicali che noi non possiamo fornire e anche le associazioni che le assistono sembrano incapaci di dar loro l’aiuto di cui avrebbero bisogno. Abbiamo anche deciso di levare 2 ragazzi dalla lista degli adottati perché sono guariti e le famiglie non stanno tanto male. Uno, Fadel, era stato ferito ad una gamba nel 2014 durante l’operazione israeliana Margine Protettivo e fino all’anno scorso camminava ancora con una stampella, ora per fortuna non la usa più ed ha appena cominciato l’università dove studia per diventare contabile. L’altro Aladdin lavora con il padre vendendo al mercato la frutta e la verdura che coltivano nel loro orto.

La novità di Gaza è la nuova politica di Israele che mentre fino a un paio di anni fa impediva ai giovani di uscire dalla Striscia anche se avevano vinto una borsa di studio o avevano qualche possibilità di studio o di lavoro in un altro paese, adesso ne incoraggiano e facilitano l’uscita. Nel 2018 secondo un articolo di Michele Giorgio sul Manifesto, se ne sono andati dal paese 25000 giovani. E’ facile capire che non tutti i giovani hanno però la possibilità di uscire da Gaza per andare in un altro paese perché servono soprattutto soldi che non tutti possiedono e anche un livello di istruzione elevato e il paese si impoverisce quindi di gente di cui avrebbe un gran bisogno.

Malgrado tutti questi e tanti altri enormi problemi le strade sono piene di gente che ride e scherza, va al mare, si sposa e i bambini vanno a scuola. Mentre eravamo a Gaza si è sposato il figlio maggiore dei 6 di Reem che è la direttrice di Aisha. Per l’evento sono state organizzate almeno 7 o 8 feste, ogni sera ce ne era almeno una. Con i parenti maschi di lei e poi con le parenti femmine di lei. La stessa cosa con i parenti di lui. Poi insieme i due sposi con gli amici di lei e poi di lui ecc. E’ da tener presente che in ogni festa c’erano almeno 200 persone e che nel gran finale e cioè nel matrimonio i partecipanti erano almeno 500 tutti parenti stretti o molto amici. Naturalmente le feste erano molto semplici e tutte le donne delle due famiglie a turno avevano preparato qualcosa da mangiare. I vestiti di sposi e parenti erano diversi a ogni festa ma per lo più presi in affitto. E in tutte queste feste i partecipanti ballavano e cantavano divertendosi veramente e senza neanche bere alcool. Nelle feste senza maschi le donne anche ciccionissime a testa scoperta, con scollature vertiginose, ciglia finte e tacchi a spillo si scatenavano come matte. Bellissime le vecchie in costume tradizionale anche loro scatenate nel ballo. Meno male che gli umani hanno tante risorse!!

 Inutile raccontare ancora che anche questa volta non abbiamo cambiato idea rispetto all’estrema utilità del progetto delle adozioni a distanza di Gazzella. Purtroppo come forse abbiamo già scritto il conto di Gazzella sta diminuendo rapidamente e così necessariamente il numero dei bambini feriti adottati. Ci rivolgiamo quindi agli adottanti che ne hanno la possibilità di rinnovare l’adozione e di cercare altri adottanti!

Foto 1:

Foto 2:

Foto 3:

Foto 4:

 

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