Relazione del viaggio di Gazzella a Gaza, aprile 2022

Pubblicato il 3 maggio 2022 da Gazzella
 

Relazione del viaggio di Gazzella a Gaza, aprile 2022

16 marzo 2022; ritorno in Palestina dopo quattro mesi. Partenza con obbligo di test molecolare, assicurazione sanitaria. All’arrivo all’aeroporto, altro tampone e subito diretta a Gerusalemme per la quarantena di 24 ore. La mattina del 18 marzo lascio Gerusalemme per Erez. Soliti controlli: i militari verificano la validità permesso per entrare nella striscia, check in bagaglio e controllo passaporto da parte della sicurezza israeliana. Per raggiungere l’uscita verso la striscia, il passaggio obbligatorio tra due tornelli, dove spesso resto incastrata con zaino e valigia…ed eccomi fuori. Subito su un mini bus, vuoto, che con 3 shekel mi porta al controllo passaporto autorità palestinese, percorro 1 km. circa. Passato il controllo qualche centinaio di metri e ultima sosta per altro controllo passaporto e bagaglio negli uffici dell’Autorità di Gaza. Finalmente sono arrivata a Gaza, la prigione a cielo aperto. È venerdì, giorno di riposo, quindi ho tutta la giornata per organizzare il lavoro.

Nel corso delle visite ai bambini alcuni casi verranno sostituiti, come proposto dai nostri partner locali Medical Relief e Hanan. Parecchi dei nostri bambini sono stati nel progetto per oltre 10 anni, sono cresciuti, alcuni si sono sposati e le loro condizioni sono migliorate. Prima della sostituzione ho incontrato le famiglie e spiegato che si chiudeva l’adozione, per dare aiuto ad altro bambino/a che versa in condizioni di maggior bisogno. Resta comunque il contatto attraverso i nostri partner locali. Dopo anni di incontri, di condivisione delle difficoltà, non è semplice pensare ad una sostituzione e comunicarla all’adottante. Ecco alcune e email che abbiano ricevuto ”: ……parlavamo di Amira proprio l’altro giorno constatando che ormai si è fatta grande e noi speriamo che il piccolo aiuto che le abbiamo dato sia stato utile per farla diventare la bella giovane donna che è. Come potremmo dire di no ad Abedrahman? Il piccolino è bellissimo e sapere delle sue difficoltà ci ha già stretto il cuore. Ti preghiamo solo di una cosa, poter continuare a ricevere notizie di Amira (quando possibile), ci siamo affezionati a lei e ci piacerebbe continuare a sapere come si svolge la sua vita”.

“……..si è fatta grande mi ha intenerito fino alle lacrime. In tempi come questi in cui la vita è cosa non scontata, sapere di aver aiutato qualcuno a crescere dona senso a tante fatiche di un quotidiano spesso difficile”.

Carissima, la tua sembra un’ottima scelta. Grazie per la foto. Ho una nuova nipotina, visto che ne ho già due di circa 5 anni e 3!”.

Le parole scritte dai nostri adottanti, danno il senso del progetto di Gazzella: partecipare con il cuore, aver preso in carico il quotidiano di repressione e violenza che subisce il popolo palestinese. Penso alle molte volte che i nostri adottanti ci chiedono “ma possiamo fare di più?… Vorremmo portare in Italia il bambino /bambina per le cure”. Sempre attenzione alle sofferenze e soprattutto far sentire la vicinanza. Gazzella ha superato 20 anni di attività, e questo lo deve a tutte le persone che ci sostengono e accompagnano in questo progetto.

Alcune nuove adozioni: Mohammed, nove anni durante l’attacco di maggio 2021 era in un negozio di generi alimentari con la mamma quando una bomba ha colpito un’auto in strada. I frammenti di vetro hanno colpito Mohammed al viso e alla testa. Come conseguenza delle ferite riportate ha perso la vista.

Azad, due anni e mezzo ha sofferto di asfissia perinatale che le ha causato danni cerebrali.

Nel progetto abbiamo bambini e bambine rimasti feriti nel corso degli attacchi israeliani, altri nati con malformazioni, con disabilità dovuta a cause genetiche, per problemi di salute della madre nel corso della gestazione o per difficoltà intervenute durante il parto. Disabilità determinate da cause diverse, ma come riferiscono i medici degli ospedali pubblici di Gaza, se ci fossero adeguate attrezzature sanitarie, medicinali per la cura e la possibilità di fare prevenzione e diagnosi molti casi si potrebbero risolvere con esiti positivi. Ma l’assedio e le chiusure negano anche il diritto alla cura, alla salute.

Nel corso della visita sono tornata al distretto sanitario di Shaty camp dove Gazzella, grazie al contributo di donatori, ha rinnovato la Dental Unit. Attrezzature nuove e fornitura di materiali per le cure dentali. Piccoli interventi, ma di grande impatto sul territorio per i bisogni della popolazione. Il direttore della Dental Unit riferisce che con le nuove apparecchiature il numero dei pazienti è aumentato e soprattutto lavorano in sicurezza igienico- sanitaria.

Nel corso della visita nella striscia di Gaza, per l’associazione Fonti di Pace che da oltre 4 anni fa rete con Gazzella per sostenere progetti a favore della sanità pubblica (acquisto attrezzature e medicinali) e a favore delle famiglie povere con bambini disabili o feriti, ho monitorato il progetto di riabilitazione per persone con disabilità generate da difetti congeniti, conseguenti a parto o acquisite a seguito di eventi traumatici (feriti durante gli attacchi ). Il progetto, finanziato con 8X1000 della Chiesa Valdese è sviluppato dal Medical Relief, già partner di Gazzella nel progetto di adozione, ed è rivolto a 180 persone, 50% sono bambini. Prestazione di servizi per migliorare l’autonomia funzionale-motoria, portare sollievo, sostenere i famigliari dei disabili nella quotidianità e dare consapevolezza della disabilità come risorsa e non limite.

A Gaza la popolazione continua ad avere difficoltà di accesso all’acqua potabile per mancanza di depuratori per il trattamento delle acque reflue e di impianti di desalinizzazione, con conseguenze sulla salute. Secondo Oxfam, le malattie legate all’acqua contaminata rappresenterebbero il 26% delle patologie infantili registrate a Gaza, mentre secondo l’Euro-Med Human Rights Monitor il blocco israeliano ha causato un “grave deterioramento della qualità dell’acqua a Gaza, contaminandone il 97% e dati recenti mostrano come circa un quarto delle malattie diffuse a Gaza sono causate dall’inquinamento dell’acqua e il 12% delle morti di bambini e neonati è legato a malattie intestinali causa l’acqua contaminata”.

A Gaza infatti gran parte dell’acqua è inquinata da nitriti, nitrati con presenza di alti livelli di sale e di cloro e contaminata da metalli pesanti, quali residui dei bombardamenti. In alcune aree della striscia di Gaza non si può nemmeno usare l’acqua per fare il bagno. Presso il dipartimento di nefrologia dello Shifa Hopsital i medici riferiscono che negli ultimi anni sono aumentati i casi di insufficienza renale e parlano di una relazione tra il numero crescente di malati e la contaminazione dell’acqua. Nel 2020 l’UNICEF ha stimato che solo il 10% della popolazione della striscia di Gaza ha accesso diretto all’acqua potabile pulita e sicura.

L’energia elettrica è ancora distribuita a fasce orarie per 6/8 ore. In alcune famiglie trovi trasformatori e piccole batterie che vengono utilizzate quando ci sono i tagli della corrente elettrica. Chi ha possibilità acquista l’elettricità da compagnie private che la producono grazie ai generatori a gasolio.

Il fabbisogno giornaliero di energia elettrica a Gaza varia tra 500-550 megawatt, ma sono a disposizione solo 200 mw.

Nel corso della visita a Gaza è iniziato, 2 aprile, il Ramadan, mese dedicato al digiuno, che è uno dei cinque precetti fondamentali dell’Islam. Alta tensione nei giorni precedenti al Ramadan, quattordici israeliani uccisi, in quattro diversi attacchi nei territori occupati, da parte di arabo israeliani e palestinesi. Dall’inizio del 2022 quarantasette palestinesi sono stati uccisi dall’esercito israeliano, tra cui otto bambini e due donne.

Scontri a Gerusalemme, sulla spianata di Al Aqsa, per le ripetute incursioni al sito sacro ai musulmani da parte di nazionalisti ebrei scortati dall’esercito e per il divieto di libero di accesso ai fedeli musulmani alla moschea, da parte delle forze di occupazione israeliane.

Un Ramadan di tensione che nella striscia di Gaza è vissuto nella povertà, con il blocco dei movimenti e il timore di attacchi.

Le strade di Gaza si affollano verso le 18, circa un’ora prima del tramonto, e i mercati si riempiono di gente per l’acquisto di generi alimentari per il pasto dell’iftar, il pasto di rottura del digiuno giornaliero. Ma gli acquisti sono pochi perché i prezzi sono aumentati e la disoccupazione anche!. Durante il mese di Ramadan, associazioni benefiche e Ong distribuiscono il pasto alle migliaia di famiglie bisognose.

Lascio la striscia di Gaza, piena di luci per il mese di Ramadan in corso. Al controllo a Erez vengo sottoposta a due body scanner, uno screening di sicurezza!.

Sulla strada per Gerusalemme il cuore si riempie dei colori delle meravigliose piante di mimose fiorite.

Da Gaza, Grazie per il continuo sostegno alle attività di Gazzella.

G.

Lascia un commento