Dalla volontaria di Gazzella a Gaza – Lunedì 23 ottobre, ore 17.30, messaggio audio
Lunedì 23 ottobre, ore 17.30, messaggio audio da Giuditta Brattini, volontaria dell’associazione Gazzella Onlus che si trova a Gaza.
Un aggiornamento da Rafah dove come cooperanti e operatori umanitari siamo ancora dentro nel campo messo a disposizione dall’UNRWA e devo dire che viviamo nelle stesse condizioni dei palestinesi e stante che anche noi siamo senza sufficienti servizi igienici e comunque non è una struttura attrezzata per poter accogliere le persone e per quanto mi riguarda ovviamente questo non può che farmi sentire più vicina alla popolazione di Gaza.
Le Nazioni Unite riferiscono, l’UNRWA in particolare che ovviamente è attiva qui a Gaza, di 544.000 persone che sono sfollate in 147 scuole dell’UNRWA, circa altre 70.000 persone invece sono sfollate in 67 scuole governative e più di 110.000 persone si trovano distribuite presso centri religiosi, chiese sempre che non vengano bombardate come quella nel quartiere di Zaitun in Gaza City, e rifugiati presso gli ospedali negli spazi messi a disposizione esternamente dagli ospedali e dobbiamo pensare che tutta questa popolazione sta vivendo in situazioni di estremo disagio senza servizi igienici, senza possibilità comunque di poter usufruire di acqua perché qui l’acqua è ormai selezionata e viene portata nei campi solo con le taniche quando arriva ovviamente.L’UNRWA distribuisce un basketfood quotidiano che è composto da una scatoletta di carne e del pane questo è quanto l’UNRWA è in grado oggi di garantire agli sfollati, ovviamente le famiglie quelle che possono acquistano ancora qualcosa nei pochi negozi rimasti aperti e con molto disagio hanno , dove possono, organizzato nel campo degli angoliadibiti a cucina.
La situazione negli ospedali è drammatica non ci sono più scorte di farmaci, oramai sono al limite per cui i malati cronici, i pazienti che erano negli ospedali sono praticamente senza cure mediche e mancano soprattutto tutti i materiali sanitari monouso che possono essere utili per curare i feriti che arrivano numerosi negli ospedali.
I dati ultimi in generale che l’UNRWAha stimato potrebbero essere circa 1.400.000 cioè il 60% della popolazione della Striscia di Gaza che praticamente è uscita, è stata costretta ad abbandonare le proprie case perché o bombardate o danneggiate trovando appunto ripari o nelle scuole governative o nell’UNRWA o negli spazi esterni agli ospedali sempre perché la popolazione pensa che questi siano luoghi sicuri oppure si sono trasferiti presso famigliari in altri governatorati in particolare nella zona centrale e a sud della Striscia di Gaza .
Devo dire che in questi due giorni ci sono stati pesanti bombardamenti a Gaza, tutti i governatorati a nord della striscia di Gaza, BeitLahiya, BeitHanun, Jibaliya e Gaza City sono stati continuamente e pesantemente bombardati, pesantemente è iniziato anche il bombardamento qui a Rafah e khan Younis questa notte è stata veramente una notte molto difficile, è stato un sonno che non c’è stato e comunque quando si riusciva un attimo a dormire veniva interrotto dai bombardamenti e dalle immediate sirene delle ambulanze che andavano a soccorrere i feriti. Tanto per darvi un’idea di dove siamo messi, ieri mattina un F16 ha colpito delle abitazioni vicino alla moschea a poche centinaia di metri da noi e ha causato 4 morti e 10 feriti.
Il Ministero della Salute ha diramato il 21 di ottobre l’ultimo bollettino di aggiornamento della situazione, ormai i morti sono 4.385 di cui 1.756 sono bambini e 967 sono donne, 13.561 i feriti. Il Ministero della Salute ha fatto presente che il 70% delle vittime sono donne, anziani e bambini. In questa situazione drammatica, due giorni fa sono arrivati dei convogli di aiuti umanitari, sono entrati da Rafah e questi beni che sono arrivati e che consistono in generi alimentari e medicinali sono stati presi in carico dall’UNRWA per disposizione delle forze di occupazione israeliane. I medicinali e generi alimentari sono solo a disposizione dei governatorati a sud della Striscia di Gaza e nella middle area cioè al campo di Al Ashate e Khan Younis e Rafah e non esiste alcuna possibilità di far arrivare questi beni a Gaza City e in tutti governatorati a nord della Striscia di Gaza.
E’ chiaro che Israele sta cercando di strangolare la popolazione a nord, probabilmente nel già dichiarato intento di un attacco via terra e quindi di voler ridurre diciamo così allo stremo quei pochi palestinesi che sono rimasti ancoraa Gaza City, mentre l’UNRWA ha diramato una disposizione che le scuole dove erano riparate le famiglie evacuate, del nord della striscia di Gaza e di Gaza City, dovranno abbandonare questi rifugi, diciamo che non sono dei veri e propri rifugi, ma luoghi quasi di sicurezza e dovranno spostarsi tutti verso la zona middle area e la zona a sud della Striscia di Gaza.
Noi qui siamo chiusi praticamente in questo parcheggio dell’UNRWA dal quale non è possibile uscire per cui non abbiamo neanche la possibilità di verificare sul territorio quello che sta succedendo negli ospedali e la distruzione che abbiamo intorno.
E’evidente che la volontà di avere pochi testimoni è anche giustificata dal fatto che Israele ancora non ha permesso ai giornalisti, che mi risulta siano in attesa nel border di Rafah, di poter entrare, quantomeno poter documentare quello che sta avvenendo e la catastrofe umanitaria che si sta consumando nella striscia di Gaza. Personalmente non posso che sentirmi ancora una volta a fianco di questo popolo che ha dato già dimostrazione, in 75 anni di occupazione, di non volere abbandonare la propria terra. Sicuramente anche dopo questa pesante aggressione qualunque siano i risultati finali di questi massacri, il popolo palestinese resisterà nella sua terra.
Buongiorno, mi chiedevo come posso fare una donazione per i bambini i Gaza.
Grazie Beatrice. Basta fare un bonifico all’IBAN di Gazzella che trova qui sulla pagina Home del sito con la causale “emergenza Gaza”.