Dalla volontaria di Gazzella a Gaza – 2 ottobre 2018
Marya era nata l’8 maggio 2005. Una paralisi dalla nascita e atrofia al cervello avevavo reso Marya impossibilitata a compiera qualsiasi azione. Era entrata nel progetto Gazzella nel 2010. L’ultima volta che ho incontrato Marya è stata lo scorso mese di marzo; la sua condizione era critica con grave difficoltà respiratoria. Marya poteva essere alimentata solo con cibo liquido, latte, succhi di frutta, yoghurt. La mamma era totalmente dedicata a lei. Marya aveva 7 fratelli e uno di questi era morto due anni fa all’età di 12 anni affetto da simile patologia. Il padre negli ultimi anni aveva perso il lavoro a causa della crisi economica determinata dall’assedio e dall’occupazione. Marya nelle sua breve vita ha subito le aggressioni dell’esercito israeliano: giugno/luglio 2006 “piogge estive”, dicembre 2008/gennaio 2009 “piombo fuso”, novembre 2012 “Colonna di nuvola”, luglio/agosto 2014 “margine protettivo”. Durante quest’ultima aggressione criminale Marya e la sua famiglia avevano dovuto lasciare la loro casa di Al-Nuseirat per trasferirsi presso parenti, perché la zona dove vivevano era sotto pesante e continuo attacco dell’esercito israeliano. Quando incontrai la famiglia nel novembre 2014 mi raccontarono delle difficoltà incontrate, la grande paura, ma sempre con tanta dignità. Nei mesi scorsi l’associazione Hanan aveva chiesto di sostituire Marya con altro caso bisognoso perché la bambina era morta. Oggi, al centro dell’Associazione è venuto il papà di Marya morta lo scorso 13 aprile. All’adottante di Marya, a tutte e tutti gli adottanti e sostenitori del progetto Gazzella trasmetto il messaggio del papà e della famiglia ”grazie per averci sostenuto e aver voluto bene a Marya”. Non ci sono parole per descrivere l’orrore fisico e morale che da 70 anni accompagna la vita di bambini, donne uomini palestinesi, un orrore che passa sotto il silenzio internazionale. Gazzella oltre ad aiutare i bambini e le sue famiglie non vuole tacere e raccontare della dignità del popolo palestinese.
Ciao Marya, ti abbracciamo.