All’On.le Romano PRODI

All’On.le Piero FASSINO

Al Sindaco Walter VELTRONI

 

Abbiamo appreso dalla stampa che avete in programma una visita in Israele, dove incontrerete ufficialmente il Primo Ministro Ariel Sharon. Riteniamo che questo incontro sia un atto politicamente inopportuno e moralmente deplorevole, per i seguenti motivi.

Ariel Sharon non è un leader politico qualsiasi: è direttamente responsabile dell’assassinio di migliaia di uomini e donne, la cui unica colpa era quella di essere Palestinesi. Senza riandare ai tempi della prima pulizia etnica del 1948, quando oltre settecentomila Palestinesi furono costretti ad abbandonare le proprie case e la propria terra, è sufficiente ricordare la responsabilità di Sharon (al tempo Ministro della Guerra) nell’invasione del Libano del 1982 e nel massacro di almeno tremila persone a Sabra e Chatila, massacro definito “orrendo” dall’allora Presidente Sandro Pertini, che si augurò la messa al bando del responsabile di quell’atto. A venti anni di distanza da quel massacro, divenuto Primo Ministro, Sharon si rende responsabile – nel quadro dell’occupazione militare delle città autonome palestinesi – della strage di Jenin, in Cisgiordania; non è stato possibile accertare il numero delle vittime della strage di Jenin perché le autorità israeliane rifiutarono l’ingresso nella città martoriata alla commissione dell’ONU che avrebbe dovuto indagare. E’ bene ricordare che Ministro della Guerra israeliano era il laburista Ben Eliezer e Ministro degli Esteri il laburista Shimon Peres.

Ariel Sharon non è, dunque, un leader politico qualsiasi: è uno spietato criminale di guerra, a capo di un partito politico di estrema destra (il Likud) che non riconosce il diritto dei Palestinesi a vivere in un loro Stato indipendente e che perpetua l’occupazione di territori palestinesi, libanesi e siriani in aperto sfregio a centinaia di risoluzioni dell’ONU, mai rispettate dallo Stato di Israele. Anche il progettato ritiro unilaterale dalla striscia di Gaza si configura come un mero ridispiegamento militare, che confermerà il carattere di enorme ghetto invivibile di quel territorio, mentre continua e si intensifica la colonizzazione della Cisgiordania.

Incontrare un simile personaggio costituirebbe un insulto agli uomini ed alle donne che credono nella democrazia e nei diritti umani, e che per questo si sono mobilitati, anche nel nostro Paese, contro la guerra, contro l’occupazione israeliana e contro le sofferenze quotidianamente inflitte al popolo palestinese, ultima delle quali il Muro dell’Apartheid, che isola città e villaggi dalla terra, dalle risorse idriche e dai servizi, trasformandoli in immense prigioni a cielo aperto. Il prossimo 9 luglio ricorrerà il primo anniversario della sentenza con cui la Corte Internazionale di Giustizia de L’Aja – il massimo organismo giuridico internazionale – ha condannato Israele per la costruzione del Muro dell’Apartheid, invitando tutte le nazioni ad adoperarsi per costringere il governo di Tel Aviv a smantellare il Muro ed a risarcire le persone che ne hanno subito i danni: sarebbe bene che chi si candida al governo del nostro Paese mostrasse rispetto verso le istituzioni del diritto internazionale, anziché avallare, attraverso incontri ufficiali, l’arroganza di chi, come Ariel Sharon, verso quelle istituzioni e ciò che rappresentano ha sempre mostrato scherno e disprezzo.

Per tutti questi motivi - e per molti altri che vi illustreremo se avrete la sensibilità di concederci un incontro - vi invitiamo a non incontrare Ariel Sharon e i membri del suo governo; se davvero volete adoperarvi per una pace giusta e duratura in Palestina, vi suggeriamo di incontrare i Palestinesi e quegli Israeliani che coerentemente si oppongono all’autoritarismo ed alla violenza del loro governo. Invece di Ariel Sharon, potreste incontrare ufficialmente i refusniks, i giovani che si rifiutano di prestare servizio militare nei territori palestinesi occupati e di partecipare alle esecuzioni dei militanti e dei civili palestinesi. Invece di Shimon Peres, potreste incontrare ufficialmente Mordechai Vanunu, l’uomo che venne rapito dagli agenti israeliani nel nostro Paese, che ha scontato diciotto anni di carcere ed è ancora privo della libertà di movimento perché ha rivelato al mondo l’esistenza del solo arsenale nucleare del Medio oriente: quello israeliano. Invece di Silvan Shalom, potreste incontrare ufficialmente il sindaco di Betlemme, città cara alla cultura di molti di noi ed ora devastata, come tante altre, dal Muro dell’Apartheid. A tutti i vostri interlocutori, infine, potreste manifestare l’impegno affinché il nostro Parlamento respinga l’accordo di cooperazione militare fra lo Stato italiano ed Israele, che costituirebbe una palese violazione della Legge 185 del 1990 che vieta l’esportazione di armi nei confronti di Paesi belligeranti o verso governi responsabili di violazioni dei diritti umani.   

Ci auguriamo che questa nostra sollecitazione non resti senza risposta.

 

Forum Palestina – Comitato “Con la Palestina nel cuore” – Associazione Jenin – Confederazione COBAS – Coordinamento nazionale di solidarietà con l’Intifada – Associazione di Amicizia Toscana – Palestina - Claudio Ortale, Cristina Fuga Caterina Patti, Francesco Bonfini, Franco Maurizi (CUB Scuola) – Vincenzo Papagno (RSA CGIL) – Fulvio Grimaldi (giornalista) –  Sandra Paganini – Enrica Palmieri – Giorgio Stern –Mariano Mingarelli – Prof. Mauro Cristaldi 

 

P.S. Per opportuna conoscenza, vi alleghiamo il testo del messaggio presidenziale rivolto agli Italiani dal Presidente Pertini il 31 dicembre 1983 ed un estratto delle Risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU perennemente ignorate da Israele.

 

DAL MESSAGGIO PRESIDENZIALE AGLI ITALIANI DEL

PRESIDENTE SANDRO PERTINI (31 dicembre 1983)

 

“Io sono stato nel Libano. Ho visto i cimiteri di Sabra e Chatila. E’ una cosa che angoscia vedere questo cimitero dove sono sepolte le vittime di quell’orrendo massacro. Il responsabile dell’orrendo massacro è ancora al governo in Israele. E quasi va baldanzoso di questo massacro compiuto. E’ un responsabile cui dovrebbe essere dato il bando dalla società.”

 

RISOLUZIONI DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELLE

NAZIONI UNITE MAI RISPETTATE DALLO STATO DI ISRAELE

 

1)       RISOLUZIONE N. 93 (18 MAGGIO 1951)

Il CS decide che ai civili arabi che sono stati trasferiti dalla zona smilitarizzata dal governo di Israele deve essere consentito di tornare immediatamente nelle loro case e che la Mixed Armistice Commission deve supervisionare il loro ritorno e la loro reintegrazione nelle modalita' decise dalla Commissione stessa.

 

2)       RISOLUZIONE N. 101 (24 NOVEMBRE 1953)

Il CS ritiene che l'azione delle forze armate israeliane a Qibya del 14-15 ottobre 1953 e tutte le azioni simili costituiscano una violazione del cessate-il-fuoco (risoluzione 54 del Consiglio di Sicurezza dell'ONU); esprime la più forte censura per questa azione, che può pregiudicare le possibilità di soluzione pacifica; chiama Israele a prendere misure effettive per prevenire tali azioni.

3) RISOLUZIONE N. 106 (29 MARZO 1955)

Il CS osserva che un attacco premeditato e pianificato ordinato dalle autorità israeliane e' stato commesso dalle forze armate israeliane contro le forze armate egiziane nella Striscia di Gaza il 28 febbraio 1955 e condanna questo attacco come una violazione del cessate-il-fuoco disposto dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU.

 

4) RISOLUZIONE N. 111 (19 GENNAIO 1956)

Il CS ricorda al governo israeliano che il Consiglio ha già condannato le azioni militari che hanno rotto i Trattati dell'Armistizio Generale e ha chiamato Israele a prendere misure effettive per prevenire simili azioni; condanna l'attacco dell'11 dicembre 1955 sul territorio siriano come una flagrante violazione dei provvedimenti di cessate-il-fuoco della risoluzione 54 (1948) e degli obblighi di Israele rispetto alla Carta delle Nazioni Unite; esprime grave preoccupazione per il venire meno ai propri obblighi da parte del governo israeliano.

 

5) RISOLUZIONE N. 127 (22 GENNAIO 1958) 

Il CS raccomanda ad Israele di sospendere la "zona di nessuno" a Gerusalemme.

 

6) RISOLUZIONE N. 162 (11 APRILE 1961)

Il CS chiede urgentemente ad Israele di rispettare le decisioni delle Nazioni Unite.

 

7) RISOLUZIONE N. 171 (9 APRILE 1962)

Il CS riscontra le flagranti violazioni operate da Israele nel suo attacco alla Siria.

 

8) RISOLUZIONE N. 228 (25 NOVEMBRE 1966)

Il CS censura Israele per il suo attacco a Samu, in Cisgiordania, sotto il controllo giordano.

 

9) RISOLUZIONE N. 237 (14 GIUGNO 1967)

Il CS chiede urgentemente a Israele di consentire il ritorno dei nuovi profughi palestinesi del 1967.

10) RISOLUZIONE N. 248 (24 MARZO 1968)

Il CS condanna Israele per il suo attacco massiccio contro Karameh, in Giordania.

 

11) RISOLUZIONE N. 250 (27 APRILE 1968)

Il CS ingiunge a Israele di astenersi dal tenere una parata militare a Gerusalemme.

 

12) RISOLUZIONE N. 251 (2 MAGGIO 1968)

Il CS deplora profondamente la parata militare israeliana a Gerusalemme, in spregio alla risoluzione 250.

 

13) RISOLUZIONE N. 252 (21 MAGGIO 1968)

Il CS dichiara non valido l'atto di Israele di unificazione di Gerusalemme come capitale ebraica.

14) RISOLUZIONE N. 256 (16 AGOSTO 1968)

Il CS condanna gli attacchi israeliani contro la Giordania come flagranti violazioni.

 

15) RISOLUZIONE N. 259 (27 SETTEMBRE 1968)

Il CS deplora il rifiuto israeliano di accettare una missione dell'ONU che verifichi lo stato di occupazione.

16) RISOLUZIONE N. 262 (31 DICEMBRE 1968)

Il CS condanna Israele per l'attacco all'aeroporto di Beirut.

 

17) RISOLUZIONE N. 265 (1 APRILE 1969)

Il CS condanna Israele per gli attacchi aerei su Salt in Giordania.

 

18) RISOLUZIONE N. 267 (3 LUGLIO 1969)

Il CS censura Israele per gli atti amministrativi tesi a cambiare lo status di Gerusalemme.

 

19) RISOLUZIONE N. 270 (26 AGOSTO 1969)

Il CS condanna Israele per gli attacchi aerei sui villaggi del Sud del Libano.

 

20) RISOLUZIONE N. 271 (15 SETTEMBRE 1969)

Il CS condanna Israele per non aver obbedito alle risoluzioni dell'ONU su Gerusalemme.

 

21) RISOLUZIONE N. 279 (12 MAGGIO 1969)

Il CS chiede il ritiro delle forze israeliane dal Libano.

 

22) RISOLUZIONE N. 280 (19 MAGGIO 1969)

Il CS condanna gli attacchi israeliani contro il Libano.

 

23) RISOLUZIONE N. 285 (5 SETTEMBRE 1970)

Il Cs chiede l'immediato ritiro israeliano dal Libano.

 

24) RISOLUZIONE N. 298 (25 SETTEMBRE 1971)

Il CS deplora che Israele abbia cambiato lo status di Gerusalemme.

 

25) RISOLUZIONE N. 313 (28 FEBBRAIO 1972)

Il CS chiede che Israele ponga fine agli attacchi contro il Libano.

 

26) RISOLUZIONE N. 316 (26 GIUGNO 1972)

Il CS condanna Israele per i ripetuti attacchi sul Libano.

 

27) RISOLUZIONE N. 317 (21 LUGLIO 1972)

Il CS deplora il rifiuto di Israele di rilasciare gli Arabi rapiti in Libano.

 

28) RISOLUZIONE N. 332 (21 APRILE 1973)

Il CS condanna i ripetuti attacchi israeliani contro il Libano.

 

29) RISOLUZIONE N. 337 (15 AGOSTO 1973)

Il CS condanna Israele per aver violato la sovranità del Libano.

 

30) RISOLUZIONE N. 347 (24 APRILE 1974)

Il CS condanna gli attacchi israeliani sul Libano.

 

31) RISOLUZIONE N. 425 (19 MARZO 1978)

Il CS ingiunge a Israele di ritirare le sue forze dal Libano.

 

32) RISOLUZIONE N. 427 (3 MAGGIO 1979)

Il CS chiama Israele al completo ritiro delle proprie forze dal Libano.

 

33) RISOLUZIONE N. 444 (19 GENNAIO 1979)

Il CS deplora la mancanza di cooperazione di Israele con il contingente di peacekeeping dell'ONU.

34) RISOLUZIONE N. 446 (22 MARZO 1979)

Il CS determina che gli insediamenti israeliani sono un grave ostacolo alla pace e chiama Israele al rispetto della Quarta Convenzione di Ginevra.

 

35) RISOLUZIONE N. 450 (14 GIUGNO 1979)

Il CS ingiunge a Israele di porre fine agli attacchi contro il Libano.

 

36) RISOLUZIONE N. 452 (20 LUGLIO 1979)

Il CS ingiunge a Israele di smettere di costruire insediamenti nei territori occupati.

 

37) RISOLUZIONE N. 465 (1 MARZO 1980)

Il CS deplora gli insediamenti israeliani e chiede a tutti gli stati membri di non sostenere il programma di insediamenti di Israele.

 

38) RISOLUZIONE N. 467 (24 APRILE 1980)

Il CS deplora con forza l'intervento militare israeliano in Libano.

 

39) RISOLUZIONE N. 468 (8 MAGGIO 1980)

Il CS ingiunge a Israele di annullare le espulsioni illegali di due sindaci e un giudice palestinesi, e di facilitare il loro ritorno.

 

40) RISOLUZIONE N. 469 (20 MAGGIO 1980)

Il CS deplora con forza la non osservanza da parte di Israele dell'ordine di non deportare Palestinesi.

41) RISOLUZIONE N. 471 (5 GIUGNO 1980)

Il CS esprime grave preoccupazione per il non rispetto da parte di Israele della Quarta Convenzione di Ginevra.

 

42) RISOLUZIONE N. 476 (30 GIUGNO 1980)

Il CS ribadisce che le rivendicazioni israeliane su Gerusalemme sono nulle.

 

43) RISOLUZIONE N. 478 (20 AGOSTO 1980)

Il CS censura con la massima forza Israele per le rivendicazioni su Gerusalemme contenute nella sua "Legge Fondamentale".

 

44) RISOLUZIONE N. 484 (19 DICEMBRE 1980)

Il CS formula l'imperativo che Israele riammetta i due sindaci palestinesi deportati.

 

45) RISOLUZIONE N. 487 (19 GIUGNO 1981)

Il CS condanna con forza Israele per l'attacco alle strutture nucleari dell'Iraq.

 

46) RISOLUZIONE N. 497 (17 DICEMBRE 1981)

Il CS dichiara nulla l'annessione israeliana delle Alture del Golan e chiede ad Israele di annullare immediatamente la propria decisione.

 

47) RISOLUZIONE N. 498 (18 DICEMBRE 1981)

Il CS ingiunge a Israele di ritirarsi dal Libano.

 

48) RISOLUZIONE N. 501 (25 FEBBRAIO 1982)

Il CS ingiunge a Israele di interrompere gli attacchi contro il Libano e di ritirare le sue truppe.

49) RISOLUZIONE N. 509 (6 GIUGNO 1982)

Il CS chiede che Israele ritiri immediatamente e incondizionatamente le sue forze dal Libano.

50) RISOLUZIONE N. 515 (19 GIUGNO 1982)

Il CS chiede che Israele tolga l'assedio a Beirut e consenta l'entrata di rifornimenti alimentari.

51) RISOLUZIONE N. 517 (4 AGOSTO 1982)

Il CS censura Israele per non aver ubbidito alle risoluzioni dell'ONU e chiede ad Israele di ritirare le sue forze dal Libano.

 

52) RISOLUZIONE N. 518 (12 AGOSTO 1982)

Il CS chiede ad Israele piena cooperazione con le forze dell'ONU in Libano.

 

53) RISOLUZIONE N. 520 (17 SETTEMBRE 1982)

Il CS condanna l'attacco israeliano a Beirut Ovest.

 

54) RISOLUZIONE N. 573 (4 OTTOBRE 19859

Il Cs condanna vigorosamente Israele per i bombardamenti su Tunisi durante l'attacco al quartier generale dell'OLP.

 

55) RISOLUZIONE N. 587 (23 SETTEMBRE 1986)

Il CS ricorda le precedenti richieste affinché Israele ritirasse le sue forze dal Libano e chiede con urgenza a tutte le parti di ritirarsi.

 

56) RISOLUZIONE N. 592 (8 DICEMBRE 1986)

Il CS deplora con forza l'uccisione di studenti palestinesi dell'Università' di Birzeit ad opera delle truppe israeliane.

 

57) RISOLUZIONE N. 605 (22 DICEMBRE 1987)

Il CS deplora con forza le politiche e le pratiche israeliane che negano i diritti umani dei Palestinesi.

58) RISOLUZIONE N. 607 (5 GENNAIO 1988)

Il CS ingiunge a Israele di non deportare i Palestinesi e gli chiede con forza di rispettare la Quarta Convenzione di Ginevra.

 

59) RISOLUZIONE N. 608 (14 GENNAIO 1988)

Il CS si rammarica profondamente che Israele abbia sfidato l'ONU e deportato civili palestinesi.

 

60) RISOLUZIONE N. 636 (14 GIUGNO 1989)

Il CS si rammarica profondamente della deportazione di civili palestinesi da parte di Israele.

 

61) RISOLUZIONE N. 641 (30 AGOSTO 1989)

Il CS deplora che Israele continui nelle deportazioni di Palestinesi.

 

62) RISOLUZIONE N. 672 (12 OTTOBRE 1990)

Il CS condanna Israele per violenza contro i Palestinesi a Haram al-Sharif/Tempio della Montagna.

63) RISOLUZIONE N. 673 (24 OTTOBRE 1990)

Il CS deplora il rifiuto israeliano di cooperare con l'Onu.

 

64) RISOLUZIONE N. 681 (20 DICEMBRE 1990)

Il CS deplora che Israele abbia ripreso le deportazioni di Palestinesi.

 

65) RISOLUZIONE N. 694 (24 MAGGIO 1991)

Il CS deplora la deportazione di Palestinesi ad opera di Israele e ingiunge ad Israele di assicurare loro un sicuro e immediato ritorno.

 

66) RISOLUZIONE N. 726 (6 GENNAIO 1992)

Il CS condanna con forza la deportazione di Palestinesi ad opera di Israele.

 

67) RISOLUZIONE N. 799 (18 DICEMBRE 1992)

Il CS condanna con forza la deportazione di 413 Palestinesi da parte di Israele e chiede il loro immediato ritorno.

 

68) RISOLUZIONE N. 904 (18 MARZO 1994)

Il CS: sconcertato dallo spaventoso massacro commesso contro fedeli palestinesi nella Moschea Ibrahim di Hebron il 25 febbraio 1994, durante il Ramadan; gravemente preoccupato dai conseguenti incidenti nei territori palestinesi occupati come risultato del massacro, che evidenzia la necessità di assicurare protezione e sicurezza al popolo palestinese;
prendendo atto della condanna di questo massacro da parte della comunità internazionale; riaffermando le importanti risoluzioni sulla applicabilità della Quarta Convenzione di Ginevra ai territori occupati da Israele nel giugno 1967, compresa Gerusalemme, e le conseguenti responsabilità israeliane.

Condanna con forza il massacro di Hebron e le sue conseguenze, che hanno causato la morte di oltre 50 civili palestinesi e il ferimento di altre centinaia e ingiunge ad Israele, la potenza occupante, di applicare misure che prevengano atti illegali di violenza da parte di
coloni israeliani, come tra gli altri la confisca delle armi.

 

69) RISOLUZIONE N. 1402 (30 MARZO 2002)

Il CS alle truppe israeliane di ritirarsi dalle città palestinesi, compresa Ramallah.


70) RISOLUZIONE N. 1403 (4 APRILE 2002)

Il CS chiede che la risoluzione 1402 (2002) sia applicata senza ulteriori ritardi.

 

72) RISOLUZIONE N. 1405 (19 APRILE 2002)

Il CS chiede che siano tolte le restrizioni imposte, soprattutto a Jenin, alle operazioni delle organizzazioni umanitarie, compreso il Comitato Internazionale della Croce Rossa e l'Agenzia dell'ONU per l'Assistenza e il Lavoro per i Profughi Palestinesi in Medio Oriente (Unrwa).

73) RISOLUZIONE N. 1435 (24 SETTEMBRE 2002)

Il CS chiede che Israele ponga immediatamente fine alle misure prese nella città di Ramallah e nei dintorni, che comprendono la distruzione delle infrastrutture civili e di sicurezza palestinesi; chiede anche il rapido ritiro delle forze di occupazione israeliane dalle città palestinesi e il loro ritorno alle posizioni tenute prima di settembre 2000.