AL-FATAH - MOVIMENTO DI LIBERAZIONE NAZIONALE PALESTINESE
I primi nuclei di Al-Fatah sorgono a Gaza nel 1956 per opporsi all'occupazione israeliana dei Territori del 1948. Dopo la guerra del Sinai del 1956 un piccolo numero di studenti e intellettuali cominciò a ragionare in termini di un'organizzazione nazionale di resistenza.
Una cellula di militanti con ideali comuni che si ispiravano al FLN algerino si raccolse intorno ad Arafat, capo dell'Unione degli studenti palestinesi al Cario. Secondo la tradizione Arafat apparterebbe all'influente famiglia palestinese degli Husayni. Sarebbe nato probabilmente al Cairo nel 1929. Suo padre, relativamente benestante, era un commerciante di generi alimentari di Gaza. Arafat, dopo aver studiato ingegneria civile all'Università del Cairo si trasferì in Kuwait dove nel 1959, insieme ad altri esuli, fondò Al-Fatah.
Dopo una fase iniziale di formazione, organizzazione e addestramento militare, tutta svolta nella totale clandestinità, il 1° gennaio 1965 l'ala militare di Al-Fatah (Al-Assifa - in arabo La Tempesta) lancia la sua prima operazione militare contro Israele. Da allora, il 1° di gennaio ogni anno è considerato l'anniversario della fondazione di Al-Fatah.
Dal 1965 al 1967 intensifica le sue operazioni contro Israele, rivolgendosi contemporaneamente ai vari vertici arabi per spiegare gli obiettivi delle sua lotta.
Dopo la guerra del 1967, aumenta la sua presenza nei campi profughi (nella Palestina occupata, in Siria, Giordania e Libano), si rafforza militarmente ed inizia le sue operazioni militari anche in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza.
In quegli anni varie altre organizzazioni minori (il Fronte della Palestina, il Movimento della Gioventù Rivoluzionaria Palestinese, ecc.) confluiscono in Al-Fatah.
Insieme ad altre forze politiche Al-Fatah ha dato vita all'OLP (vedi scheda OLP), in seno al quale, godendo di una maggioranza relativa, ha sempre detenuto la maggior parte del potere, grazie anche a motivi storici, organizzativi e finanziari. Per questo Al-Fatah, con l'appoggio di vari regimi arabi, ha sempre condizionato le scelte strategiche e politiche adottate dall'OLP [nei rapporti con le Nazioni Unite (1974), nelle relazioni con i paesi arabi (Giordania 1985), nei rapporti con Israele (Algeri 1988) e nei vari accordi di pace].
Orientamento ideologico
L'obiettivo dichiarato di Al-Fatah è quello di edificare uno Stato Palestinese indipendente in cui tutti i cittadini, indipendentemente dalle loro origini e confessioni, godrebbero di uguali diritti ed avrebbero uguali doveri per la creazione di una società araba progressista.
Per raggiungere questo obiettivo Al-Fatah "lotta per lo smantellamento delle strutture statali dello stato sionista, lotta non contro gli ebrei, ma contro Israele, come colonizzazione basata su un sistema teocratico, razzista e espansionista, espressione del sionismo".
L'organizzazione afferma che il popolo palestinese è capace di trionfare da solo contro l'aggressione imperialista in Palestina e che deve contare essenzialmente sulle proprie forze. Rifiuta d'intromettersi negli affari interni degli altri paesi arabi.
Quindi Al-Fatah non è un partito, né tantomeno un gruppo o un fronte marxista-leninista, ma è semplicemente un movimento di liberazione nazionale, rappresentativo principalmente della medio-alta borghesia.
FRONTE POPOLARE PER LA LIBERAZIONE DELLA PALESTINA
Il Fronte trae le sue origini dal Movimento Nazionalista Arabo, fondato nel 1951/52 da George Habash ed altri, che includeva vari club politici e circoli di giovani che gravitavano attorno a personalità nazionaliste.
Il Movimento Nazionalista Arabo inizialmente era influenzato dal nasserismo, optava per i governi progressisti arabi e cercava di mobilitare i popoli nel sostegno a questi governi nella speranza che la leadership di Nasser avrebbe unificato il mondo arabo e quindi liberato la Palestina. Il movimento godeva di ampi consensi in Siria, Giordania, Palestina, Iraq e Libano.
La sconfitta del 1967 ha portato a una crisi in seno al movimento pan-arabo ed alle sue scommesse sul nasserismo.
Da questa crisi nasce il Fronte Popolare l'11 dicembre 1967 ad Amman (Giordania), grazie alla fusione di tre gruppi di fedayn (guerriglieri) che operavano prima della guerra di giugno del 1967 sotto la leadership di George Habash e di Wadi'a Haddad.
Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina inizia le sue prime operazioni fin dal 1968. Nell'agosto del 1968 il Fronte tiene il suo primo congresso, adotta come ideologia il socialismo scientifico e definisce i primi elementi di una strategia politica palestinese araba.
Non condividendo questa scelta nell'ottobre dello stesso anno, uno dei tre gruppi fondatori del Fronte, quello capeggiato da Ahmed Gibril, si stacca dando vita al Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina-Comando Generale, che continua ad essere un movimento pan-arabo progressista.
Nel febbraio del '69 l'ala "sinistra" abbandona il Fronte Popolare e fonda il Fronte Democratico, guidato da Nayef Hauatmeh.
Grazie alla sua strategia ideologica politica militare ma anche sociale contava su un grande consenso non solo nei campi profughi ma anche fra gli studenti e gli intellettuali. Negli anni '70 è stato protagonista di numerosi dirottamenti aerei ai danni della linea aerea israeliana El-Al, nonché di un'intensa attività militare contro Israele. Nella Striscia di Gaza il Fronte controllava militarmente ampie zone.
Sempre negli anni '70 in occasione della Conferenza Internazionale di Ginevra convocata da più parti, il Fronte insieme ad altre formazioni politiche palestinesi ha dato vita al "Fronte del Rifiuto" rifiutando qualsiasi forma di trattativa, addirittura di incontro, con Israele in quanto riteneva che in quel momento la correlazione di forze fosse a favore di Israele e qualsiasi accordo sarebbe diventato una resa.
Negli anni '80 l'organizzazione ha rafforzato il suo lavoro all'interno della Cisgiordania e della Striscia di Gaza, battendo molto sulle tematiche sociali.
Un punto cardine del programma del Fronte Popolare è sempre stato quello dei palestinesi dei Territori del '48.
A metà degli anno '80, di fronte ai segnali "ammorbidimento" della dirigenza dell'OLP, il Fronte Popolare, assieme ad altre formazioni politiche ha dato vita al "Fronte della Salvezza" per cercare di ribadire i principi inalienabili dell'OLP: il diritto al ritorno dei profughi, il diritto all'autodeterminazione, il diritto ad uno Stato Palestinese indipendente e sovrano su tutto il territorio nazionale e l'OLP come unico e legittimo rappresentante del Popolo Palestinese.
Orientamento ideologico
Il FPLP è un'organizzazione che si ispira al marxismo, si considera un partito leninista armato, funziona secondo i principi del centralismo democratico ed aspira ad essere l'organizzazione del proletariato palestinese. Definisce il campo dei nemici della rivoluzione comprendendovi: Israele ed il sionismo internazionale, l'imperialismo, con a capo gli Stati Uniti, e la borghesia reazionaria araba e palestinese.
Il Fronte crede nella lotta di liberazione popolare come principale mezzo di lotta contro un nemico che gode di una superiorità sia tecnica che militare, ma aspira alla creazione di uno stato democratico progressista in tutto il territorio nazionale palestinese in cui siano riconosciuti i diritti a tutti i cittadini, qualsiasi sia il loro credo religioso, la loro etnia e la loro razza.
FRONTE DEMOCRATICO PER LA LIBERAZIONE DELLA PALESTINA
Il Fronte Democratico è nato nel febbraio1969 da una scissione del Fronte Popolare. A partire dal mese di aprile 1969 inizia il suo lavoro d'organizzazione di formazione accelerata di quadri e di propaganda di massa. Prima si insedia in Giordania principalmente nei suoi undici campi profughi palestinesi.
Al Fronte Democratico, dopo la sua creazione, si sono uniti piccoli gruppi di sinistra sia palestinesi che siriani e iracheni.
Le sue idee sono imperniate sia sul problema nazionale che sulla lotta di classe.
All'inizio prestava particolare attenzione alle condizioni delle masse giordane, ai regimi nazionali arabi, alla politica agraria giordana ed alla situazione dei beduini.
Dopo il "settembre nero" (1970) il Fronte Democratico, come tutte le altre formazioni politiche palestinesi, si è trasferito in Libano e in Siria dove ha cercato di riproporre lo stesso tipo di prassi.
Gradualmente ha spostato il suo asse di attenzione sui Territori Occupati, sviluppando un'attività sia politica che militare, sostenuta dalle loro basi in Libano.
In seno all'OLP, il Fronte Democratico è stato sempre presente in tutte le sue strutture, cercando di avere una funzione di cerniera fra quelle che erano le posizioni di Al-Fatah e quelle del Fronte Popolare.
Nella prima metà degli anni '90 un piccolo gruppo del Fronte Democratico, capeggiato da Abed Rabbo, condividendo la politica della dirigenza dell'OLP sulle trattative di pace e non trovandosi d'accordo con la linea di rifiuto delle trattative del Fronte, si scinde formando il Fida (Sacrificio) allineandosi quasi completamente con Arafat.
Orientamento ideologico
Il FDLP si considera un'organizzazione marxista-leninista, lotta per assicurare una direzione proletaria rivoluzionaria al movimento palestinese di resistenza per la creazione di un fronte di liberazione che comprenda tutte le forze patriottiche antimperialistiche.
Il suo obiettivo è quello di fondare uno stato democratico socialista in cui israeliani ed arabi goderebbero dei medesimi diritti. La tappa intermedia sarebbe la creazione di uno stato bi-nazionale a guida socialista. Il futuro stato dovrebbe poi integrarsi successivamente in una federazione o confederazione araba.
PARTITO DEL POPOLO PALESTINESE
Il Partito del Popolo Palestinese é nato nel 1991, in seguito alla perestroika dell'ex partito comunista palestinese, rompendo quindi col suo passato leninista.
Ha sempre teorizzato il concetto di "Due Popoli - Due Stati", rifiuta la lotta armata e crede nella soluzione politico diplomatica del conflitto. Il suo leader è Bashir Barghouti.
HAMAS - MOVIMENTO DI RESISTENZA ISLAMICA
Hamas trova le sue origini nel movimento dei Fratelli Mussulmani, un movimento islamico molto forte in Egitto già nel periodo di Nasser. Per questo la Fratellanza Mussulmana era presente nell'Università islamica e nella moschea di Gaza fin dagli anni '60.
Dopo la guerra del '67 e quindi la fine della repressione nasseriana, la Fratellanza Mussulmana si è rinvigorita nella Striscia di Gaza.
La figura chiave di Hamas è lo Sciecco Ahmad Yassin, nato ad Ascalona nel 1936. Nel 1948 si rifugiò nella Striscia di Gaza. Nel 1952 rimase semiparalizzato in seguito ad un incidente sportivo. Diventò insegnante elementare e a partire dal 1968 ha diretto le attività della Fratellanza Mussulmana nella Striscia di Gaza.
Alla fine degli anni '70 la Fratellanza, sotto il mantello legale dell'Associazione Islamica, metteva a disposizione dei credenti e delle loro famiglie, non solo risorse come associazione spirituale, ma pure asili, scuole elementari e superiori, biblioteche, ambulatori e cliniche, club sportivi ed anche una banca del sangue.
Verso la fine degli anni '80, con lo scoppio della Prima Intifada, la Fratellanza Mussulmana di Yassin passò dalle attività socio-educative all'attivismo politico-militare, portando alla creazione il 9/10 dicembre 1987 di Hamas, che in arabo significa coraggio, zelo, fervore.
Hamas diventa in effetti una componente importante nella Prima Intifada nella Striscia di Gaza e in minor misura in Cisgiordania.
Hamas teorizza l'uso delle armi da fuoco contro le truppe israeliane e a marzo del 1988 effettua la sua prima operazione militare: un'imboscata a Gaza ferendo un ingegnere israeliano.
Il primo volantino diffuso con la firma di Hamas risale sempre al 1988 e vi si proclamano gli obiettivi di Hamas: lottare contro il nemico sionista, opporsi agli sforzi di pacificazione e riportare i paesi arabi sulla retta via dell'Islam, coinvolgendoli nella lotta. Il perfetto giovane mussulmano vi veniva descritto come colui che è pronto a conquistarsi il paradiso col martirio lottando contro Israele.
Negli anni '90 Hamas ha scatenato una serie di azioni militari contro Israele con lo scopo preciso di far fallire i negoziati fra lo Stato di Israele e l'OLP.
Nella seconda metà del '91, il braccio militare di Hamas, i Battaglioni 'Izz Al-Din Al-Qassam, ha portato avanti una campagna di eliminazione contro i collaborazionisti palestinesi.
Tuttora Hamas è molto presente nei Territori Occupati anche grazie ai servizi che offre alla popolazione palestinese.
Rifiuta qualsiasi rapporto o accordo con lo Stato Israeliano.
JIHAD ISLAMICA
Nel 1980/81 un gruppo di intellettuali di Gaza, capeggiati da un medico della città Fathi Shkaki e da 'Abd Al-'Aziz 'Odeh (entrambi ex militanti della Fratellanza Mussulmana) rompevano con la Fratellanza e cominciavano a praticare la lotta contro l'occupazione e per la radicale riforma in senso islamico della società araba, non solo in Palestina.
Gli attivisti formavano cellule di 5/7 membri e alla fine la rete adottò il nome di Jihad Islamica per la Palestina.
Le prime azioni militari anti-israeliane di portata molto limitata risalgono al 1985/86.
La leadership è stata arrestata nell'86 ed espulsa il 1° agosto 1988.
In seguito la direzione si insediò a Damasco.
Dalla sua nascita fino ai primi anni '90, le azioni militari della Jihad Islamica erano sovente coordinate con gli attivisti di Al-Fatah dato che erano venuti a contatto gli uni con gli altri nelle prigioni israeliane ed erano uniti dal proposito di mettere fine all'occupazione israeliana. Successivamente si è sviluppato un maggior coordinamento fra Hamas e la Jihad Islamica soprattutto nella Striscia di Gaza, a scapito di quello precedente con Hamas.
La spettacolare evasione nel maggio del 1987 di sei militanti della Jihad Islamica dal carcere di Gaza, oltre a mettere in moto una nuova campagna di guerriglia ha fatto loro guadagnare una grande simpatia per l'eccezionalità dell'evento.
Alla fine del 1992, il fulcro dell'attività militare della Jihad Islamica s'era spostata dalla Striscia di Gaza alla Cisgiordania dove nascondersi ed organizzare gli attacchi appariva più facile.
In seguito all'uccisione di otto soldati israeliani da parte delle forze islamiche nelle prime due settimane del dicembre 1992, Israele effettuò la più grande retata mai vista nei confronti degli islamici fermandone complessivamente 1.600. Di questi 415 furono espulsi in Libano il 17 dicembre. Il governo libanese si rifiutò di accoglierli e così rimasero accampati per un anno (per la gioia delle televisioni di tutto il mondo) sulle aride colline fra la zona di sicurezza israeliana e il Libano meridionale.
La Jihad Islamica rifiuta qualsiasi rapporto o accordo con lo Stato Israeliano.
TANZIM
Braccio armato di Fatah, gioca un ruolo determinante nel salto di qualità dell'Intifada 2000: dalle pietre alla lotta armata. Rende Fatah partecipe nella lotta armata non lasciandone così il monopolio ai gruppi di opposizione, di sinistra ed islamici.
I Tanzim possono essere considerati come l'esercito non ufficiale dell'Autorità Nazionale Palestinese.
Sono organizzati in cellule e fanno riferimento al loro leader riconosciuto, Marwan Barghouti, segretario generale di Al-Fatah.
FORZA 17
È nata nei primi anni '70 per iniziativa di alcuni dirigenti di Al-Fatah, subito dopo l'espulsione dell'OLP dalla Giordania. Il suo compito è quello di proteggere la dirigenza di Al-Fatah. L'origine del nome deriva probabilmente dalla prima sede del gruppo a Beirut: 17, Faqahani street.
È rientrata nei Territori Occupati dopo gli accordi di Olso, al seguito dei dirigenti di Al-Fatah.
Ogni tanto è stata protagonista di attività militari contro israeliani nei Territori Occupati.
OLP - ORGANIZZAZIONE PER LA LIBERAZIONE DELLA PALESTINA
Il 15 settembre 1963, il Consiglio della Lega Araba lancia l'idea della creazione di una "organizzazione palestinese" i cui scopi sarebbero stati la difesa del popolo della Palestina e l'affermazione dell'identità palestinese a livello internazionale.
Nel 1964 nasce l'OLP e viene eletto come presidente Ahmad Sciukeiri. Sin dal primo anno successivo alla sua creazione, l'OLP si scontra con la sfiducia di quasi tutte le organizzazioni palestinesi allora esistenti (specialmente da parte di Al-Fatah e dal Movimento Nazionalista Arabo). L'OLP viene accusata di ambiguità e d'essere una spugna destinata ad assorbire l'ardore rivoluzionario del popolo palestinese. Si denuncia pure la dipendenza totale dell'OLP dagli eserciti arabi convenzionali. Ma le accuse più importanti sono indirizzate al suo presidente: di essere un despota, di aver uno stile autocratico e di amare distinguersi con dichiarazioni prive di ogni serietà. Sciukeiri si dimette nel dicembre del 1967 e dopo una fase transitoria viene eletto presidente Arafat nel 1969.
Da allora l'OLP viene considerato dagli stessi palestinesi e da tutti i paesi come l'unico e legittimo rappresentante del popolo palestinese (compreso l'ONU).
Quasi tutte le formazioni politiche palestinesi importanti (escludendo le forze di più recente formazione come Hamas e la Jihad Islamica) si riconoscono nell'OLP e ne fanno parte, pur fra critiche e momentanee autosospensioni.
Gli organi dell'OLP:
Consiglio Nazionale Palestinese - parlamento (una sorta di assemblea del popolo palestinese)
Comitato Centrale - organo di consiglio
Comitato Esecutivo - governo
Segreteria Generale - organo rappresentativo del parlamento
ANP - AUTORITÀ NAZIONALE PALESTINESE
È stata creata direttamente da Arafat, alla luce degli Accordi di Oslo, per governare i Territori Autonomi.
È composta da figure di Al-Fatah e delle altre formazioni politiche che hanno sottoscritto gli "accordi di pace" (Fida, Partito del Popolo Palestinese) e da altre personalità "indipendenti".
Le competenze confluite nell'ANP sono state definite negli allegati degli accordi e riguardano: l'istruzione, la cultura, la sanità, l'assistenza sociale, l'imposizione fiscale diretta ed il turismo.
Inoltre l'ANP ha ai suoi ordini un corpo di polizia col compito di garantire l'ordine pubblico e la sicurezza interna.