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Tre ragazzi uccisi SOLIDARIETA' per un'attivista
israeliana Attivista israeliana di 28
anni, e' stata accusata da un tribunale di Tel Aviv e incarcerata
per aver tradotto e spiegato ad attivisti delle Brigate dei Martiri
di Al-Aqsa un documento dell'IDF (l'esercito
israeliano) che dettagliava un'operazione militare nel campo di Jenin.
Le accuse sono pesanti: - complicita' con il nemico
in tempo di guerra - passaggio di informazioni al nemico e contatti con un agente straniero - possesso illegale di arma - supporto ad un'organizzazione
terrorista e violazione dell'ordine legale Con accuse del genere in un
paese "libero" e "democratico" come Israele si
rischia di essere sepolti vivi. Per leggere l'intera storia e per intraprendere azioni di solidarieta': http://www.freetalifahima.org/eng.php?lang=en PER LA LIBERAZIONE DI UN BAMBINO
PALESTINESE PRIGIONIERO La prigioniera Manal Ghanem lancia un appello
per la liberazione di suo figlio Nour, dell'eta' di
un anno e mezzo. La donna e' preoccupata per il bambino, che ha subito
un intervento chirurgico nell'ospedale della prigione. Il bimbo e' nato in carcere
e non ha respirato altra aria che quella della prigione di Telmond, dove
e' detenuta la madre. Manal e' condannata a 50 mesi
di carcere. Lo stato di salute di Nour e' in netto deterioramento.
La madre e' stata condotta nell'ospedale della prigione accompagnata da 4
guardiane e guardiani, che hanno voluto ammanettarla perche' non toccasse
il figlio, che gridava per il dolore. Manal si e' violentemente
rifiutata di lasciarsi ammanettare. La donna dice che dopo l'operazione il bambino non e' stato esaminato per verificare la ferita e lo
stato di salute, mentre ha bisogno di cure post-operatorie. L'avvocato Raed Mahamid fa
sapere che il piccolo non puo' uscire dalla cella che per tre ore al giorno,
trascorrendo quotidianamente 21 ore in una cella che misura
tre metri per tre, insieme ad altre prigioniere. Il vitto passato
a Nour non e' adatto ad un bambino piccolo e non comprende il latte
fresco, che la mamma e' costretta ad acquistare allo spaccio del carcere,
ad un prezzo esorbitante. Nour aveva cominciato a parlare
normalmente, ma ha subito uno choc durante l'ultima aggressione del novembre
2004, quando le forze speciali armate hanno invaso la cella
delle donne, investendole con potenti getti d'acqua e colpendole
selvaggiamente con bastoni e manganelli. Anche Nour era
stato colpito in questa aggressione, rimanendo malato per tre settimane,
e da allora non ha piu' parlato. Ora, la notte grida, ha paura
dei guardiani che arrivano la mattina per la conta e smette di piangere
solo quando se ne vanno. La madre ha fatto sapere che
la direzione della prigione ha privato sia lei che il bimbo delle visite
per un mese, perche' lei stava insegnando al figlio a camminare durante
le ore d'aria. Nour non puo' vedere e conoscere i suoi fratelli
e le sue sorelle, Majid (11 anni), Nivine (9 annni) e Ihab
(7 anni), che lo aspettano e muoiono dalla voglia di vederlo. La prigioniera Manal Ghanem
fa appello a tutte le istituzioni giuridiche e dei diritti dell'uomo per
la liberazione del suo bambino e per quella di tutte le madri
detenute nelle prigioni israeliane. 5 aprile 2005 Abbiamo tradotto questa notizia
dal sito francese di Euro Palestine. Purtroppo, il sito non fornisce
altre informazioni; invitiamo dunque tutte e tutti a sensibilizzare su
questa vicenda chiunque (parlamentari, istituzioni,
associazioni, ecc.) abbia la possibilita' di intervenire, segnalandoci
anche le eventuali risposte ricevute. Invitiamo anche a segnalare
questa vicenda agli organi di informazione italiani, che non ci risulta
ne abbiano portato a conoscenza l'opinione pubblica. http://www.arcipelago.org/palestina/News%202005/per_la_liberazione_di_un_bambino.htm Con i migliori auguri da Israele
Israele ha deciso di disfarsi di 10.000 tonnellate di rifiuti al mese buttandole
semplicemente nel West Bank, dove costituiranno una seria minaccia
per le falde idriche. Per l'articolo intero (inglese), vedi http://story.news.yahoo.com/news?tmpl=story&u=/afp/mideastisraelpalestinianenvironment [Al-Awda-Italia] Gli israeliani sbarcano in
Calabria. (Con la benedizione di Alleanza Nazionale). di Francesco Cirillo Cosenza, 04 Aprile 2005. Mancavano
solo loro in Calabria . I costruttori israeliani.
Ne avevamo pochi in Calabria di imprenditori,
costruttori, cementificatori di ogni risma, malavitosi riciclatori
di danaro sporco e affini. Ne avevamo anche
poche di coste deturpate, di scogliere cementificate, di colline scomparse
sotto tonnellate di case estive. Ora ecco l'affare del secolo ed eccolo
realizzarsi proprio in una delle zone della Calabria piu'
naturali, di alto interesse archeologico, di difesa ambientale
del mare e delle coste con una Riserva marina. da http://www.reporterassociati.org/index.php?option=news&task=viewarticle&sid=6662 Ritornare a Haifa.. dal 21 al 24 Aprile.. alle ore 21 Oro Palestina 25/26 Aprile ore 21 al Teatro RAMPA PRENESTINA 1V PIANO (zona largo Telese) Via Aquilonia ,52 Roma Biglietto 8.00 euro ridotto 6.00 euro info e prenotazioni.. 06 45433924 3476828699 ".PS": PER I PALESTINESI,
ALMENO UNA PATRIA VIRTUALE www.misna.org Sul terrorismo israeliano di Enrico Galoppini Autore: SERGE THION (a cura
di) Titolo: SUL TERRORISMO ISRAELIANO Editore: Graphos, 2004 Pagine: 252 Prezzo: 22 euro Riflettendo sulla tragedia
che da circa un secolo investe il Vicino
Oriente e, nello specifico, la Palestina, spesso mi sono chiesto se
abbia un senso scrivere ancora un articolo in merito. Lontani del
teatro degli avvenimenti, non si e' in grado di fornire informazioni
di prima mano, ma a questo pensano egregiamente i palestinesi stessi
e gli attivisti che, da ogni parte del mondo, vanno a testimoniare
che quel popolo, sebbene obliato da quell'autentica cricca che e'
la 'comunita' internazionale', non e' stato
abbandonato dalle persone alle quali la parola 'giustizia' dice ancora
qualcosa. Ma se in Palestina si combatte
una vera e propria guerra di liberazione nazionale, chi sente - a
migliaia di chilometri di distanza - che quella lotta e' giusta e
sacrosanta non puo' che impegnarsi nella cosiddetta 'guerra dell'informazione'.
Una 'guerra', questa, che necessita innanzitutto di una strategia adeguata ai mezzi di
cui dispone la parte svantaggiata. I filo-palestinesi,
dunque, non avendo accesso a tv e giornali ad ampia diffusione, se
non vogliono ridursi ad una critica ritualizzata, perdendo percio'
in partenza, hanno un'unica possibilita': cambiare le regole imposte
dai 'padroni del discorso'. http://www.aljazira.it/index.php?option=content&task=view&id=547&Itemid=1 'Palestina:
mezzo secolo d'ingiustizia. Israele, l'ONU e le risoluzioni disattese'
serie Quaderni n. 20, Genova, 2004, Euro 8.50 puo' essere richiesto
a: Edizioni Effepi Via Balbi
Piovera 7 - 16149 Genova E-mail: effepiedizioni@hotmail.com http://www.angelfire.com/rnb/effepi/catalogo.htm
Telefono: 010-642 3334 - 338-9195220 Carovana Sportiva in Palestina Cari amici di Salaam, vi invio ilmessaggio finale degli
amici della Carovana Sportiva (dell'associazione Jalla), al ritorno
dalla Palestina. Saluti Mariagiulia Salaam Ragazzi dell'Olivo-Milano E' rientrata oggi in Italia
la carovana sportiva di "Sport sotto l'assedio" dopo nove
giorni trascorsi con i nostri fratelli palestinesi. Sono stati giorni
intensi e pieni di emozioni che difficilmente dimenticheremo; le lunghe partite
di calcio su campi impossibili ma con la voglia di condividere momenti
di serenita' fanno da contrasto
a sensazioni di dolore per le condizioni di vita di centinaia di migliaia
di persone nei campi profughi che abbiamo raggiunto. E' infatti
prima di tutto la Palestina dei profughi(vittime da 56 anni di un'ingiustizia
non riconusciuta, vera chiave di volta per un duraturo processo di
pace)quella che vuole vivere con dignita'
la propria condizione assicurando un futuro alle prossime generazioni
anche attravesro la pratica delle discipline sportive. Realta' fatte
da centinaia di volontari che in condizioni oggettivamente impossibili
cercano di coinvolgere le migliaia di ragazzi e ragazze nelle diverse
attivita', come ad esempio il centro di IBDAA a Deheisheh o l'associazione sportiva ALKARAMA a Abasan
ad est di Khan Younis. Supportare strutture come queste significa anche far crescere una nuova Palestina, quella che
non vuole piu' vivere di aiuti umanitari in condizioni al limite della
sopravvivenza; una nuova generazione piu' aperta agli incontri e ad
una crescita collettiva capace anche di non ripetere gli errori commessi
da questa classe dirigente. E'l'impegno che abbiamo preso
e che intendiamo rispettare fin da subito ospitando in Italia una
selezione sportiva di giovani dei campi profughi visitati per la fine
di giugno; iniziando con il prezioso contributo di realta' operanti
da tempo in loco come il CRIC un monitoraggio di quelle che
sono le carenze strutturali del movimento sportivo palestinese. Particolare
attenzione vogliamo dedicare alla formazione
di personale tecnico qualificato attraverso una serie di stage con
i quali accrescere le competenze di insegnanti e allenatori spesso
ora non adeguatamente preparati. Infine un ringraziamento a coloro,singoli
o collettivi, che hanno partecipato a questo viaggio trasformandolo
in una esperienza indimenticabile. Associazione Jalla Associazione Sportiva Salah
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